Galeotti i giudizi, dal sapore piuttosto aspro, espressi e soprattutto scritti su facebook sul conto di Elisabetta Zelatore e di Antonio Bongiovanni, all’epoca della loro gestione della squadra di calcio del Taranto.
Quelle parole al veleno, infatti, sono costate la condanna a nove mesi per il reato di diffamazione a Vittorio Galigani, dirigente calcistico quasi ottantenne e dagli anni ‘90 volto da sempre collegato alle vicende connesse al pallone a spicchi rossoblu.
Galigani, infatti, nella serata di martedì è stato condannato dal giudice Luana Loscanna per le parole scritte sul popolare socialnetwork tra il settembre del 2015 e il gennaio dell’anno successivo. Stando a quanto riportato nel capo di imputazione, in quei mesi Galigani si sarebbe lasciato andare a giudizi “offensivi” sul conto dei due soci del Taranto calcio e sulla loro gestione.
La condanna
Dopo la denuncia il caso è sbarcato in Tribunale, con Galigani chiamato a difendersi dall’accusa di diffamazione. Al termine del processo il giudice Loscanna ha valutato che quelle affermazioni sui social abbiano oltrepassato il confine della critica, sfociando nell’alveo del reato di diffamazione. Per questo ha inflitto a Galigani la condanna a nove mesi e ha disposto per lui anche l’obbligo di pagare le spese processuali e di risarcire i due ex dirigenti, che si sono costituiti parte civile in giudizio attraverso gli avvocati Niccolò Vozza e Antonio Mancaniello.