Visita in ambulatorio anche senza Green Pass: la circolare regionale dà ragione alla donna

Visita in ambulatorio anche senza Green Pass: la circolare regionale dà ragione alla donna
di Nazareno DINOI
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Sabato 29 Gennaio 2022, 08:49 - Ultimo aggiornamento: 08:50

La donna affetta da un tumore che ha denunciato il mancato accesso agli ambulatori del distretto socio sanitario di Manduria, dove aveva prenotato una visita ginecologica, perché non aveva il green pass rafforzato, aveva ragione a rivendicare il diritto alle cure. Lo ha chiarito il direttore del Dipartimento promozione della salute della Regione Puglia, Vito Montanaro in una circolare urgente inviata a tutte le Asl, aziende ospedaliere e istituti di cura a carattere scientifico pugliesi. Nella lettera firmata anche dal dirigente del servizio Rapporti istituzionali e risorse umane, Antonella Caroli, si invitano i responsabili ai vari livelli di «garantire l'erogazione delle prestazioni di specialistica ambulatoriale senza alcuna limitazione all'accesso in tutte le strutture (ospedaliere e territoriali), insistenti nel proprio territorio di competenza, verificando esclusivamente che gli utenti indossino idonei dispositivi di prevenzione (mascherine FFp2) e non abbiano sintomi riconducibili al Covid».

Il caso

Così non sarebbe avvenuto il 12 gennaio alla 57enne manduriana affetta da un tumore e non vaccinata contro il Covid che sarebbe stata respinta dal personale incaricato al triage perché priva di passaporto verde e tampone.

Un rifiuto che alla manduriana non è sceso proprio giù, tanto da presentare una querela contro ignoti chiedendo al Procuratore della Repubblica di Taranto di verificare la legittimità delle procedure adottate dagli ambulatori specialistici della Asl manduriana. La direzione del distretto, da parte sua, informata della denuncia, aveva dichiarato di aver chiesto alla donna almeno il tampone rapido negativo con il quale sarebbe potuta entrare ed effettuare la visita di controllo. Nell'esposto presentato ai carabinieri della città Messapica, invece, la signora sostiene di essere stata invitata a presentare solo il green pass rafforzato. La vicenda ha poi interessato la stampa e la notizia, probabilmente non l'unica del genere, si è diffusa raggiungendo gli uffici della sanità baresi.


«Si fa seguito ad alcune segnalazioni pervenute - scrive in proposito il direttore Montanaro nella stessa circolare fatta partire ieri - in merito alla erogazione delle prestazioni di specialistica ambulatoriale». Anticipando il prossimo aggiornamento delle procedure in attuazione del Decreto del presidente del consiglio 21 gennaio 2022, la nota del Dipartimento salute precisa che «non è mai stato precluso l'accesso ai pazienti per l'erogazione delle prestazioni di specialistica ambulatoriale, anche se privi di green pass o tampone».

Diversa la storia che la 57enne manduriana ha riportato nero su bianco nella sua denuncia. Ad occuparsene saranno ora gli investigatori dei carabinieri quando avranno la delega dalla procura ionica. L'episodio ha interessato anche l'ex consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Mario Conca (adesso ItalExit con Paragone). «Finalmente niente green pass per accedere alle cure, alla diagnosi e alla prevenzione», scrive Conca in una nota a commento della circolare di Montanaro. «Nessuna struttura sanitaria si legge - può negare le cure a coloro che hanno zero dosi, una dose o due dosi da più di 120 giorni. Peccato conclude l'ex grillino - che molti abbiano dovuto subire l'arroganza amministrativa di tanti operatori».
 

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