Disordini in città. Tre “aggressioni” a donne. L'appello: «Fermatelo»

Disordini in città. Tre “aggressioni” a donne. L'appello: «Fermatelo»
di Nicola SAMMALI
3 Minuti di Lettura
Venerdì 6 Gennaio 2023, 21:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 04:36

C’è un uomo nella borgata di Talsano che andrebbe aiutato. È diventato un pericolo, anche per se stesso, ma soprattutto per le donne, verso le quali ha già avuto attenzioni poco felici, in certi casi purtroppo prossime all’aggressione. Nei suoi confronti ci sarebbe già stata una serie infinita di segnalazioni ai carabinieri. Nessuno, però, interviene. Né i servizi sociali, né l’Asl di Taranto. I carabinieri, invece, hanno le mani legate: «Se nessuno si fa male non possiamo fare niente per portarlo via». Sono le procedure.

L'uomo vive in strada


E così l’uomo, abbandonato dalla famiglia e (pare) senza un posto dove stare, da settimane vive in strada: passa le sue giornate sul corso principale di Talsano, in evidente stato di alterazione che col tempo, però, è diventata sempre più molesta. Tanto che i commercianti della zona, come gli stessi residenti, cominciano a soffrirne la presenza, perché intimorisce e allontana i clienti e non lascia tranquilli. Ancora più grave, come detto, è il suo atteggiamento verso le donne: sono almeno tre gli episodi che negli ultimi giorni hanno scosso il paese.

Le "molestie" alle donne

Prima avrebbe provato a palpeggiare una signora; poi si sarebbe avventato contro la dipendente di una farmacia («ho urlato e per fortuna si è spaventato», ha raccontato); e infine, il 2 gennaio, si è scagliato su una ragazza che fumava una sigaretta davanti a una caffetteria, lanciandosi addosso con tutta la sua furia. Solo l’intervento di altre persone, che in quel momento erano all’ingresso del bar, l’ha letteralmente «salvata», facendole da scudo umano.

In quest’ultima circostanza, inoltre, l’uomo avrebbe anche minacciato di rompere una bottiglia di vetro e colpire chi stava tentando di allontanarlo. Sono stati minuti di spavento, come hanno riferito alcuni testimoni. Alla fine, ha desistito ma quella stessa sera, qualche isolato più avanti, ha pensato pure di bloccare le auto in transito. L’indomani, la donna si è recata dai carabinieri e lì, con un certo stupore, ha appreso che nei confronti dell’uomo «non è possibile fare nulla, se non fa male a nessuno. «Quello che possiamo fare - le è stato detto in caserma - è intervenire in qualsiasi momento, ma non possiamo portarlo via. Lei ci chiami se prova a infastidirla e arriveremo in un attimo, ma è tutto quello che possiamo fare. Dovrebbe essere l’Asl a intervenire con un provvedimento».

L’Asl, sempre da quanto emerso, sarebbe a conoscenza del caso. 
Anche la sera del 4 gennaio, quando a Talsano è stata organizzata l’iniziativa dedicata all’Epifania, l’uomo era a qualche decina di metri dalla chiesa Madonna di Fatima. A marcarlo stretto c’era un agente della polizia locale, con i carabinieri che più volte ne hanno monitorato i movimenti, segno inequivocabile che questa persona è particolarmente attenzionata. Fortunatamente non ci sono state tensioni. Dalle voci raccolte sembrerebbe, peraltro, che anche lo stesso individuo sia stato aggredito almeno un paio di volte, probabilmente da qualcuno che non è andato troppo per il sottile, dovendo poi ricorrere alle cure mediche. Eppure, il giorno dopo, tutto è ricominciato con la stessa preoccupante indifferenza. Ma perché un uomo in quelle condizioni non viene aiutato? Perché è necessario che faccia del male a qualcuno (o che qualcuno gli faccia del male) prima che si possa intervenire, invece di evitare il peggio?

© RIPRODUZIONE RISERVATA