Un vecchio pontile arrugginito
trasformato in un orto urbano

Un vecchio pontile arrugginito trasformato in un orto urbano
di Francesca RANA
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Lunedì 28 Maggio 2018, 10:26 - Ultimo aggiornamento: 11:41
La fantasia fa miracoli e regala la visione di un orto urbano nel primo seno di Mar Piccolo. Frutti, fiori e piante sono stati dipinti su lenzuola ed ora decorano moli galleggianti infradiciati ed arrugginiti, rovine di Urban II e riqualificazioni urbane mancate. La provocazione culturale è l’atto d’amore di Alessandro Bulgini, inventore di Taranto Opera Viva, e Polo Artistico Jonico Calò, ormai punto di riferimento unico di tutti i licei artistici, ex Lisippo di Taranto incluso. Ieri mattina, l’artista tarantino, oggi residente a Torino, ha radunato in via Garibaldi studenti, docenti, genitori ed amici alle 10 ed ha installato insieme a loro una performance estemporanea, immaginata e creata il sabato a lezione alla Giornata dell’Arte e Creatività Studentesca 2018, tra pennelli, corde, colori acrilici e primari, inquadrati in un Pon, programma operativo nazionale 2014/2020, finanziato con fondi strutturali europei, su competenze ed ambienti di apprendimento. Indubbiamente, l’installazione donata, spiegava “U russe” ai ragazzi, viene pensata e ragionata, eppure l’interpretazione sarà sempre diversa e molteplice ed ognuno potrà cogliere qualsiasi messaggio.
Oggi stesso lascerà Taranto, dopo 22 giorni di trovate sociali, umane e creative nella città vecchia, nella sua speciale “Isola dei famosi”. Il Palio di Taranto ha accolto la sua proposta di colorare la barca di ogni vincitore ed ha mantenuto la promessa di tornare ogni anno, dopo aver ripreso nel 2017 questa avventura iniziata nel 2015, rigorosamente vestito di rosso. Ha ancora una volta lasciato tante tracce di sé, ha restaurato e rinnovato la vecchia barca quasi affondata vicino la pensilina Liberty e si è arrampicato ovunque, nella sua missione di regalare bei ricordi, gioco, sorrisi ed allegria, nel suo speciale approccio con gli abitanti e nella sua divulgazione sui social network.
In questo ultimo laboratorio, le referenti ufficiali, Rosa Carmone e Anna Rita Lucchese, hanno deciso di far giocare i propri studenti con l’arte visiva, in piena libertà di espressione, oltre le teorie e le parole, in sintonia con la dirigente scolastica, Brigida Sforza e, sulla banchina, la professoressa Elena La Gioia contribuiva ad incoraggiare i suoi alunni in questo decoro salvifico e liberatorio di luoghi ritenuti indecorosi. La loro intenzione è rafforzare l’autostima, tradurre in manufatti l’opera creativa, favorire relazioni, socializzazione, integrazione, inclusione, interazione con il territorio, attraverso un dono alla città vecchia, allacciato, metaforicamente e realmente, a storia, radici e tradizioni. I ragazzi hanno rinunciato al loro tempo libero di domenica ed hanno trascorso tutta la mattinata a terminare l’installazione.
Ogni tanto, si avvicinavano incuriositi i bambini, residenti in zona, abituati a rimanere soli tutto il giorno, fare il bagno e pescare, teneramente ed innocentemente assuefatti a tanto abbandono, cemento e ferro vecchio. In cerca di amicizia, fiducia e mani tese, forse ripenseranno a questa giornata di fine primavera quando rileggeranno la scritta “Taranto è viva”, su stoffe dipinte e issate in una zattera ideale a vele spiegate verso il loro futuro.
 
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