È stato un solo proiettile ad uccidere il 21enne Alessio Serra. Quel colpo, esploso da Antonio Bleve, ha centrato la vittima all’emitorace sinistro ed ha disegnato una traiettoria beffarda e micidiale che non ha dato scampo al giovane di Taranto. Il proiettile, infatti, nella sua corsa ha lacerato l’aorta dello sfortunato ragazzo. Una ferita che inevitabilmente ha portato alla morte di Alessio nel giro di pochi minuti, a dispetto dei tentativi dei sanitari di strapparlo ad un destino davvero ingiusto.
Questo il quadro che emerge sul delitto di via Capecelatro dopo l’autopsia disposta dal pubblico ministero Rosalba Lopalco e condotta dal medico legale Roberto Vaglio.
L'esame autoptico
Il magistrato titolare dell’indagine sull’omicidio avvenuto in strada nella notte dello scorso 29 giugno, ha affidato l’incarico al medico legale leccese che ha immediatamente eseguito l’esame autoptico. Un passaggio fondamentale per l’indagine e per ricostruire con puntualità il delitto. Stando a quanto si è appreso, l’autopsia ha confermato quanto emerso dalla prima attività di indagine. Dei quattro colpi esplosi da Bleve quella notte, quindi, uno solo ha colpito il giovane Alessio. Il proiettile ha centrato il ragazzo all’emitorace sinistro seguendo una traiettoria dall’alto verso il basso, probabilmente dovuta alla posizione di difesa istintivamente assunta dal ragazzo. Il colpo non è fuoriuscito ma il dettaglio decisivo è quello che attiene la lacerazione dell’aorta. Una ferita che purtroppo ha condannato il ragazzo che quella notte ha affrontato l’uomo piombato in via Capecelatro armato di pistola per dare la caccia al fratellastro.
L'arresto
In carcere per il brutale omicidio si trova il 33enne Antonio Bleve, sotto il peso dell’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi. Movente dell’omicidio, secondo gli inquirenti, sarebbe stata «l’accecante gelosia» di Bleve verso la ex moglie.