Uccidono la piccola "Bambi": cacciatori incastrati dalla carne in frigo

Uccidono la piccola "Bambi": cacciatori incastrati dalla carne in frigo
di Nazareno DINOI
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Giovedì 19 Ottobre 2017, 18:21 - Ultimo aggiornamento: 20 Ottobre, 18:42
La femmina di daino che si aggirava nelle campagne di Manduria è stata uccisa e macellata. “Bambi”, così come era stata battezzata dagli animalisti che hanno cercato invano di catturarla per metterla in salvo e proteggerla dai bracconieri, è stata finita con un colpo di fucile alla testa sparato a bruciapelo da uno di quattro cacciatori manduriani, due dei quali sono stati già individuati e denunciati. Uno di loro avrebbe già confessato.
Nel frigo della sua casa gli agenti di polizia del commissariato di Manduria hanno trovato 8 chilogrammi e mezzo di carne fresca attribuita all’animale. L’uomo in un primo momento aveva dichiarato che si trattava di carne di maiale, circostanza poi smentita dal veterinario a cui gli investigatori avevano sottoposto il reperto. Gli agenti di polizia sono alla ricerca degli altri due complici e stanno valutando la posizione dei proprietari di un casolare dell’uliveto dove sarebbe avvenuta l’uccisione dell’animale protetto. Nei loro confronti potrebbe scattare la denuncia per favoreggiamento. I cacciatori invece rispondono del reato di crudeltà, lesione e conseguente morte di specie protetta punito con la reclusione sino a due anni e una multa che può raggiungere i 45 mila euro.
A contribuire al buon esito delle indagini sono stati due animalisti manduriani, tra cui il responsabile del Wwf, Francesco Di Lauro, autori di una dettagliatissima denuncia che ha portato gli investigatori sulle tracce dei presunti responsabili. A quanto pare per avvicinare “Bambi” i quattro cacciatori avrebbero usato come esca del melograno, frutto di cui i daini vanno ghiotti. Avutala a tiro, è stato così possibile sparargli un colpo a distanza ravvicinata. L’uccisione è avvenuta nell’uliveto tra Manduria e il santuario di San Cosimo alla macchia dove l’animale era stato visto la prima volta e dove, qualche giorno dopo, l’animalista del Wwf con il veterinario Patrizio Fontana, era riuscito ad avvicinarla e accarezzarla. In quella occasione la cattura era fallita perché il dardo soporifero sparato con la cerbottana dal veterinario non era riuscito a penetrate la spessa pelliccia del daino che si era allontanato spaventato.
Gli agenti di polizia che non hanno ancora concluso le indagini, hanno inoltre sequestrato i fucili da caccia detenuti legalmente dai due indagati per i quali è stata avviata la procedura per la revoca del permesso di caccia.
“Bambi”, era fuggita a luglio scorso da un agriturismo di Torricella che era stato preso d’assalto da altri predatori con licenza di uccidere. I cacciatori di allora, rimasti sconosciuti, uccisero un’esemplare femmina gravida vicina al parto. Bambi e un altro daino maschio riuscirono a fuggire attraverso il varco che i bracconieri avevano praticato al recinto della pineta di sei ettari dove i titolari dell’agriturismo, che presentarono denuncia ai carabinieri, effettuavano delle visite didattiche al piccolo branco di daini.
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