Guerra tra comuni per lo sbocco a mare: ​«Torre Colimena è nostra, possiamo dimostrarlo»

Il sindaco Iazzi ha costituito un tavolo tecnico per riavere quei 6 chilometri di costa che portano anche tanti soldi di Imu

Guerra tra comuni per lo sbocco a mare: «Torre Colimena è nostra, possiamo dimostrarlo»
di Nazareno DINOI
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Venerdì 31 Marzo 2023, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 1 Aprile, 13:51

Gli avetranesi, che non hanno mai rinunciato a rivendicare lo sbocco a mare che secondo la loro tesi sarebbe stato annesso a Manduria per un errore cartografico, ci riprovano. Con una deliberazione di consiglio comunale approvata all'unanimità, è stato istituito un tavolo tecnico-politico che già nel titolo contiene tutta la bellicosità delle intenzioni: «Rivendicazione territoriale di Torre Colimena e le marine».

Si parla di sei chilometri di costa, da Specchiarica a Torre Colimena, riserva protetta della Salina compresa, che in passato, si sostiene ad Avetrana, erano compresi nei confini territoriali del loro comune.

Un sogno mai sopito che ha ripreso vigore con la recente pubblicazione di uno studio cartografico e storico fatto da tre studiosi del posto, Pietro Scarciglia, Ivana Quaranta e Luigi Schiavoni, che documenterebbe l'appropriazione illegittima da parte del comune di Manduria di quel ricco tratto di costa.

L'ipotesi

Naturalmente l'ipotesi non dispiace all'attuale sindaco di Avetrana, Antonio Iazzi che ha istituito il tavolo tecnico da lui presieduto e composto dai consiglieri di maggioranza e opposizione: Francesco Saracino, Santo Mangione, Giovanna Nigro, Lucia Vacca e Rosaria Petracca. «Il tema dello sviluppo turistico del territorio spiega il primo cittadino -, è al centro dell'impegno politico-amministrativo sin dall'inizio del mandato e insieme ad un'attività di pianificazione per il territorio di Avetrana ed Urmo, si è da subito attenzionato il tema delle marine». Con tale obiettivo la pubblica amministrazione ha sostenuto e patrocinato lo studio dei tre ricercatori che riaccende le speranze mai sopite. Prosegue il sindaco. «Ad oggi, in seguito ad utili interlocuzioni ed approfondimenti, si sta delineando un percorso con l'auspicio che si possa fare chiarezza e valutare le potenzialità operative». In tale contesto si inserisce il costituito il gruppo di lavoro che dovrà rappresentare un momento di approfondimento e sintesi per le possibili attività future da affidare al Consiglio Comunale.

Il sindaco Iazzi anticipa poi un'altra prossima mossa: l'affidamento di un incarico a Luigino Sergio, già direttore della Provincia di Lecce ed esperto di enti locali, curatore del protocollo d'intesa «Terra d'Otranto» varato dai sindaci dei comuni di Taranto, Lecce e Brindisi. Toccherebbe a lui la supervisione della parte burocratica amministrativa dell'ambiziosa battaglia di rivendicazione. Gli amministratori manduriani, sinora cautamente in disparte, difenderanno con le unghie il tesoro di quei sei chilometri. Importanti non solo per l'attrattiva turistica della Salina e dei fenicotteri rosa, ma anche per il flusso di denari che ogni hanno arricchiscono il bilancio comunale. Da uno studio effettuato nel 1995 dall'amministrazione comunale di Avetrana, sul solo tratto di costa rivendicato, abitato d'estate in gran parte da avetranesi, il Comune di Manduria incassava allora, ben 775 mila euro all'anno di sola Ici, pari al 27% dell'intera imposta comunale sugli immobili; molto di più di quanto incassava globalmente Avetrana dall'Ici di sua pertinenza che all'epoca era di appena 505mila euro. All'Ici bisogna poi sommare gli introiti dei tributi sui rifiuti e l'occupazione di suolo pubblico, sempre a favore di Manduria.

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