Tonfo in borsa per “Leonardo”. Ma nel futuro dello stabilimento tarantino ci sono i droni

Le fusoliere per il boeing
Le fusoliere per il boeing
di Francesco OCCHIBIANCO
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Venerdì 15 Ottobre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 14:59

Riflettori ancora una volta puntati sullo stabilimento “Leonardo” di Taranto-Grottaglie: i guai, come si dice in questi casi, non vengono mai da soli. La pandemia ha rallentato visibilmente la produzione, ma un intoppo tecnologico ha interrotto le consegne del popolare aereo Boeing 787.

La Borsa

Ieri pomeriggio alla Borsa di Milano c’è stato un improvviso calo delle quotazioni: a Piazza Affari il titolo è sceso di sette punti in percentuale. Lo “scivolone” dell’orso è stato causato dalla notizia che ha destato una forte preoccupazione. La “Boeing Company”, in seguito ad un accurato e scrupoloso controllo della struttura della fusoliera in fibra di carbonio del Dreamliner 787 che viene prodotta a Grottaglie, avrebbe riscontrato dei problemi sulle forniture dei pezzi in lega di titanio. Questa imperfezione o, per usare una litòte, non perfetta conformità allo standard di qualità, avrebbe costretto la stessa Boeing (che ha subìto, a sua volta, una perdita a Wall Street oscillante tra l’1,5 e l’1,7 per cento) a sospendere immediatamente le forniture per procedere alla riparazione delle parti difettose, che sono state impiegate per il doppio “floor” del velivolo (il pavimento passeggeri e la stiva). Un “giovedì nero”, insomma, per una delle più grandi industrie dell’aerospazio, che ha la sua sede centrale a Chicago.

L'allarme occupazione

Ad impensierire maggiormente, tuttavia, è l’allarme occupazionale. Continua a piovere sul bagnato, dunque: la crisi del mercato e del traffico aereo innescata dal Covid si è ripercossa, inevitabilmente, sui lavoratori, sulle cui teste pende la spada di Damocle della cassa integrazione, “vista” adesso come un palliativo per gestire il “vuoto lavoro” e superare il 2023. Il prossimo anno a Grottaglie ci sarà una “insaturazione” di risorse: il “crollo” delle commesse degli aeromobili di medio e lungo raggio impatterà per il 75 per cento e quindi dovrebbero restare inattive 461 unità (331 lavoratori diretti e 130 indiretti).

Tale dimensionamento su Pomigliano interesserà 56 lavoratori, su Foggia 84 unità e su Nola 67 dipendenti. Per evitare di rendere anti-economico lo stabilimento con la sola mono-commessa Boeing, si ipotizza una virata verso un’altra “mission produttiva” (da affiancare alla costruzione delle due sezioni di fusoliera) legata alle attività militari (componenti manifatturiere e ingegnerizzazione).

Il futuro nei droni

Per salvaguardare i livelli occupazionali occorrerà, altresì, ridistribuire i carichi di lavoro e fermare l’epistassi della delocalizzazione del personale. A livello governativo, infine, andrebbe aperto un tavolo istituzionale, coinvolgendo i ministeri Sviluppo e Lavoro e quello della Difesa. In una nota l’onorevole Giovanni Luca Aresta (Movimento 5 Stelle), capogruppo alla Camera nella commissione Difesa, ha annunciato che il progetto “Euro Male” potrebbe essere una manna dal cielo per l’azienda di Grottaglie, ma anche per le altre industrie pugliesi del settore aeronautico. «Lo scorso 13 ottobre abbiamo approvato il progetto del drone europeo «Euro Male», che avrà importanti e positive ripercussioni sullo stabilimento “Leonardo” di Grottaglie e, più in generale, anche su altre parti del territorio pugliese. Si tratta di una boccata di ossigeno per le nostre aziende e per i lavoratori del settore, che potranno, così, uscire dall’attuale situazione d’incertezza. Il programma pluriennale (2021-2035) interesserà prevalentemente i settori industriali delle costruzioni aeronautiche, della realizzazione di apparati elettronici e per le telecomunicazioni a elevato contenuto tecnologico, nonché il settore della ricerca con il coinvolgimento di piccole e medie aziende che realizzano apparati avionici, per le telecomunicazioni (trasmettitori, ricevitori, antenne), per l’elettronica (circuiteria e processori) e per la tecnologia dell’informazione». 

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