Tecnopolo Taranto, il rettore Bronzini: «Bisogna decidere di partire»

Il rettore dell'Università di Bari Stefano Bronzini
Il rettore dell'Università di Bari Stefano Bronzini
di Domenico PALMIOTTI
6 Minuti di Lettura
Giovedì 3 Novembre 2022, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 06:46

«Sul Tecnopolo del Mediterraneo a Taranto bisogna solo decidere di partire. Ci sono solo 9 milioni che sono quelli che risalgono alla legge di Bilancio del 2019? Bene, cominciamo da qui, spendiamo queste prime risorse. Perché ha ragione l’ex ministro Lorenzo Fioramonti, col quale a suo tempo ho condiviso le linee programmatiche del Tecnopolo, quando dice che questo è un paradosso italiano. Ma non vorrei che diventasse anche un elemento di equivoco». 
Stefano Bronzini è il rettore dell’Università di Bari “Aldo Moro”. Ateneo che da anni vanta a Taranto una presenza significativa a partire dal Dipartimento “Sistemi giuridici ed economici del Mediterraneo”. Presenza via via consolidata nel tempo anche in termini di elaborazione e partecipazione culturale alle più importanti scelte della città.

Le parole del Rettore

Il Tecnopolo del Mediterraneo è un obiettivo che interessa molto UniBa dice il rettore Bronzini nel colloquio con Quotidiano. L’altro ieri il sindaco Rinaldo Melucci ha chiamato in causa il mondo universitario insieme alle imprese, alla politica e al Governo. «È arrivato il momento di guardare alla nostra Università perché è lì che la ricerca esprime il suo momento più alto», ha sostenuto il sindaco. E sul Tecnopolo agganciato all’Università e che spinge quest’ultima a fare più ricerca, si sono espressi nelle interviste a  Quotidiano sia lo stesso Fioramonti, che adesso dirige un Tecnopolo a Londra, sia il presidente dell’Agenzia regionale tecnologia e innovazione, Vito Albino.
«Siamo molto interessati al Tecnopolo - dichiara Bronzini -. In quota, siamo parte integrante con i nostri ricercatori e facciamo anche parte della commissione che sul Just Fund Transition sta stilando a Bruxelles il documento annesso. Quest’ultimo sarà parallelo a quello del Tecnopolo nel senso che mentre quest’ultimo orienterà la sua azione e la sua ricerca sullo sviluppo sostenibile, il documento che si sta elaborando, accanto al passaggio da un’economia pesante ad una più leggera e meno impattante, propone anche delle attività sociali». 
«Chiarisco meglio - spiega il rettore -. Le due cose sono diverse ma parallele. Il Tecnopolo lavora sui temi ambientali e della sostenibilità, il documento parla invece di interventi e ricerche collaterali anche in ambito sociale. E da questo contesto penso che il Tecnopolo possa ricavare nuova linfa».

Le risorse

Sulle somme a cui farà riferimento il documento in preparazione, sull’ordine di grandezza delle risorse che servirà mobilitare, Bronzini non entra nei particolari «perchè poi sarà la Commissione Europea a decidere - puntualizza -. Certamente non ci si può fermare ai 9 milioni».
«All’epoca, all’allora ministro Fioramonti dissi subito che condividevo quest’idea per Taranto - prosegue Bronzini -. Il principio generale vede già diversi Tecnopoli attivi in Europa. A Taranto se ne parla dal 2019 ma da allora ad oggi le cose sono cambiate. Abbiamo il Pnrr che impegna moltissimo su questo versante. Ritengo perciò che all’interno del Pnrr possano essere cercate ulteriori linee e può quindi essere ravvivata la dote finanziaria che abbiamo al momento. Anche perchè i 9 milioni prima o poi finiscono». «Ma intanto partiamo» afferma il rettore. Cosa, quest’ultima, che sarà possibile non appena i ministri competenti (Adolfo Urso dello Sviluppo economico e Anna Maria Bernini dell’Università e Ricerca) apriranno il dossier e daranno il via alle nomine negli organi di governo del Tecnopolo. «Come Università di Bari siamo dentro - aggiunge il rettore -. Vogliamo giocare questa partita e pensiamo che sia un’ottima soluzione per rispondere in quota parte ai problemi di Taranto. Un altro significativo apporto dovrà poi venire dal Just Fund Transition. Dobbiamo intrecciare molte delle linee del Piano nazionale di ripresa e resilienza con quelle del JFT, il Just Fund Transition». 
«Taranto - rileva Bronzini - ha una concentrazione di risorse tale che queste devono necessariamente viaggiare più velocemente.

Ma se questo sinora non è avvenuto e le cose sono rimaste in stand by, la colpa non è delle amministrazioni, nè del Tecnopolo».

Lo scenario

Il rettore di UniBa concorda sul fatto che pandemia, guerra in Ucraina, inflazione ed energia abbiano progressivamente introdotto nuove, gravi preoccupazioni nello scenario cambiando non di poco priorità, attenzioni e scelte. «Io, per esempio, sono molto allarmato su tutta la progettazione legata al Pnrr - afferma -. Come Università siamo risultati vincitori in tanti bandi, ma molta di questa progettazione è stata calcolata a prezzi ben diversi da quelli che poi sono emersi nella realtà. C’è stata globalmente una trasformazione delle spese che è di 2 volte e mezzo rispetto a quando si era preventivato». «Penso che la burocrazia sia un elemento di tranquillità per tutti gli amministratori pubblici, ma questa deve funzionare» osserva Bronzini. 

Il corso di laurea in Medicina


Ma con  "Quotidiano"  il rettore tocca anche un altro tema che attiene allo sviluppo della città: il corso di laurea in Medicina. «Abbiamo le prime 5 clinicizzazioni - dichiara con riferimento agli studenti che, chiusa una prima fase, entrano in ospedale per proseguire la formazione - e contiamo di fare ulteriori investimenti. Abbiamo cominciato un percorso: c’è un nucleo che progressivamente si trasformerà in Dipartimento. Meglio: il Dipartimento esiste tra Bari e Taranto, ma ancora non ha la necessaria quantità di docenti, che per la legge sono 40 e per il nostro statuto 50. Nei tempi e nei modi dovremo crescere». «È un working in progress - afferma Bronzini - e sulla base degli investimenti che contiamo di fare, c’è l’obiettivo di portare il Dipartimento ai numeri necessari. Quest’anno non riesco ad andare oltre le 4 unità, docenti intendo. E al di là di scelte personali, non è che il rettore può obbligare i docenti a spostarsi. Comunque abbiamo costituito un corso, previsto delle materie di studio e avviato le clinicizzazioni». «Aprire un corso di laurea può sembrare molto semplice ma poi bisogna dimostrare serietà verso la città. Sono convinto che le cose vadano fatte per bene - dice Bronzini -. L’Università metterà risorse? Certo, faremo le scelte col prossimo bilancio preventivo. Se parteciperà economicamente anche la Regione? Se arriveranno fondi, ne sarò ben lieto, ma ora non posso contare su una cassa la cui disponibilità è nelle mani di altri». 
«L’Università esplica il suo ruolo se riesce a portare ricerca - conclude il rettore Bronzini -. La ricerca è l’elemento nodale, poi possiamo avere anche altri approcci come la formazione e l’assistenza. Per Medicina a Taranto si stanno ponendo le premesse di un percorso dove tra investimenti e nuove unità si vuole fare ricerca. L’assistenza è uno dei campi dove la ricerca mette a frutto i suoi benefici, ma non stiamo costruendo un ospedale». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA