«Taranto zona di sacrificio», il rapporto choc dell'Onu. In città compare un manifesto

«Taranto zona di sacrificio», il rapporto choc dell'Onu. In città compare un manifesto
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Martedì 30 Agosto 2022, 12:25 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 23:39

«Taranto zona di sacrificio, una macchia indelebile sulla coscienza dell'umanità»: è la grande scritta che campeggia su un manifesto 6x3 fatto affiggere in viale Magna Grecia angolo via Emilia dal movimento Genitori Tarantini per richiamare l'attenzione sulle «criticità ambientali e sanitarie legate alle emissioni dello stabilimento ex Ilva, ora Acciaierie d'Italia».

La definizione choc dell'Onu

«Zona di sacrificio» è la definizione choc riservata alla città dall'Onu nel suo ultimo rapporto.

Oggi cittadini e associazioni hanno tenuto un flash mob davanti al manifesto in cui vengono spiegate le ragioni della protesta con la citazione del report della Commissione Onu del 12 gennaio scorso. «Spesso create dalla collusione di governi e imprese - è scritto nel cartellone - le zone di sacrificio sono l'opposto dello sviluppo sostenibile, danneggiando gli interessi delle generazioni presenti e future. Le persone che abitano le zone di sacrificio sono trattate come usa e getta, le loro voci ignorate, la loro presenza esclusa dai processi decisionali e la loro dignità e diritti umani calpestati. L'acciaieria Ilva di Taranto, in Italia, da decenni compromette la salute delle persone e viola i diritti umani scaricando enormi volumi di inquinamento atmosferico tossico»

Il flashmob 

In mattinata i genitori tarantini hanno organizzato un flashmob, proprio nella zona dove è stato affisso il cartellone, nei pressi di Viale Magna Grecia.

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