Taranto: le statue dei Riti al restauro. L'Addolorata è già a casa. Altre tre stanno per rientrare al Carmine

Ecce Homo, La Colonna e La Cascata, stanno per rientrare dopo i lavori e in vista della processione dei Misteri

La statua dell'Addolorata durante la Processione dei Misteri
La statua dell'Addolorata durante la Processione dei Misteri
di Domenico PALMIOTTI
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Sabato 25 Febbraio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:45

La statua dell’Addolorata che chiude la processione dei Misteri del Venerdì Santo è già tornata a Taranto. Perché domani sera c’è un momento finale della Via Crucis che, sulle note del mottetto alla Desolata, viene svolto proprio davanti alla statua.
Ma anche le altre tre sottoposte a restauro conservativo nelle scorse settimane, Ecce Homo, La Colonna e La Cascata, stanno per rientrare al Carmine. Sono, nell’ordine, la seconda, terza e quarta incolonnate nei Misteri. 

Vere opere d'arte


Tre bellissime statue in cartapesta realizzate dallo scultore leccese Giuseppe Manzo, attivo tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima parte del Novecento. Lavoro compiuto, quindi, per Valerio Iaccarino, titolare di un affermato laboratorio d’arte insieme a Giuseppe Zingaro ad Andria, divenuto negli anni punto di riferimento non solo per l’arciconfraternita di Taranto ma anche per diocesi, soprintendenze, privati.

Parla il restauratore

Le quattro statue erano partite il 19 gennaio e per poco più di un mese sono state «in cantiere». «Ho sospeso tutti gli altri lavori in corso per dare priorità alle statue di Taranto e ho concentrato su di esse anche i miei dipendenti - dice Iaccarino a Quotidiano -. D’altra parte so bene il valore e il significato che queste statue hanno non solo per la processione dei Misteri ma per la stessa Taranto». «Adesso per l’invio delle rimanenti tre statue devo solo organizzare il trasporto, cosa che farò nella prossima settimana» aggiunge Iaccarino. 
«Sulle statue - spiega - è stato effettuato un vero e proprio intervento conservativo. La statua dell’Addolorata, per esempio, aveva un problema di attacco dei tarli sul manichino mentre le parti visibili erano ricoperte da un sottile strato di polvere grassa, probabilmente dipesa dai fumi delle candele. Lo strato di queste polveri si annidano sulle superfici pittoriche. Adesso volto e mani dell’Addolorata sono perfetti, ripuliti con solventi idonei. Prima di agire, infatti, si vede quale é il solvente più adatto per lo scopo che si vuole conseguire. Ci sono quelli per gli olii invecchiati, per la ridipintura e tempera, per la rimozione dello sporco causato da depositi organici e così via. Prima d’intervenire, si fa sempre una mappatura del degrado».
«In quanto alle tre statue del Manzo che abbiamo restaurato ora - prosegue Iaccarino -, rispetto a Cristo morto, Crocifisso e Gesù all’orto, trattate precedentemente, sono le più delicate dal punto di vista estetico. Poiché si presentavano in discrete condizioni, non è stato necessario un grosso intervento statico. Una cosa che abbiamo fatto è stata quella di riportare alla sua originalità la base dei tre simulacri, che nei restauri precedenti era stata ridipinta con uno smalto di color nocciola che aveva occultato il colore iniziale. Alla Cascata, per esempio, era stata anche nascosta la firma di Manzo alla base. Non si leggeva più. Adesso, invece, il nome dello scultore leccese è ben visibile su tutti e tre i basamenti, riportati all’origine. Inoltre, per la statua della Colonna è stata ripristinata la base finto marmo che i lavori precedenti avevano invece nascosto, mentre per la Cascata il perimetro della base presentava problemi statici con lesioni e rotture. Sono state entrambe risarcite rispettando la metodologia di intervento». 

Gli altri restauri


«Quando, con gli altri restauri, siamo intervenuti su Cristo all’orto e sul Crocifisso, ci siamo trovati difronte a problemi di staticità - spiega Iaccarino -. C’era stato un attacco di tarli dall’interno e risultavano consumate le parti in carta che compongono la scultura. Dopo più di 30 anni di esperienza, devo dire che la cartapesta è più difficile da trattare anche rispetto ad una scultura lignea. Più difficile perché molto fragile. E quindi bisogna rispettare bene il modo di costruzione della cartapesta, come il tipo di colore, e rispettare i materiali che hanno composto la statua. Esempio, i panneggi a tempera che hanno formato la statua vanno rilavorati e reintegrati con colori a tempera, non con colori acrilici o smalto». Circa le precauzioni da usare dopo il restauro, come areazione e deumidificazione dei luoghi dove le statue sono conservate, Iaccarino osserva che «al Carmine sono già attenti e scrupolosi. In ogni caso, consiglio sempre di effettuare un intervento di manutenzione ogni 5-6 anni per controllare lo stato di assestamento del simulacro a seguito delle processioni oppure eventuali fenomeni di ossidazione delle vernici. Così si conservano e preservano le opere d’arte».

L'appuntamento di domani


Intanto da domani sera al Carmine si entra nel clima che precede la Settimana Santa. Alle 18.30, dopo la messa delle 17.30, comincia la Via Crucis, la meditazione delle quattordici stazioni della Passione affidata a monsignor Marco Gerardo, parroco del Carmine e padre spirituale dell’arciconfraternita. Saranno presenti i confratelli in abito di rito. La Via Crucis si svolgerà ogni domenica sino al 26 marzo. Questa, l’ultima, sarà solenne, viene fatta dai confratelli a piedi nudi e vede la statua dell’Addolorata accanto al Crocifisso. La Via Crucis si svolgerà nelle stesse domeniche anche a San Domenico, in città vecchia, per la confraternita dell’Addolorata, con inizio alle 18.30. Anche qui i confratelli saranno in abito di rito.