La banda dello spaccio: 10 arresti nella retata della Guardia di Finanza

La banda dello spaccio: 10 arresti nella retata della Guardia di Finanza
di Mario DILIBERTO
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Sabato 17 Giugno 2017, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 13:49
La droga veniva consegnata anche a domicilio. Con in campo una rete di pusher composta in larga parte da giovani. Un gruppo che ieri mattina è stato colpito dal blitz messo a segno dai militari del nucleo di Polizia Tributaria, guidati dal colonnello Renato Turco. I finanzieri, infatti, hanno eseguito dieci provvedimenti restrittivi agli arresti domiciliari.
Nella retata sono rimasti coinvolti tarantini di età compresa tra i ventidue anni e i trentasette anni. Sono ritenuti i responsabili di una serie di episodi di spaccio di droga al dettaglio sulla floridissima piazza jonica, senza lesinare passaggi anche in alcuni comuni della provincia. 
Un’attività intercettata dai militari del colonnello Turco nel lontano marzo di due anni fa. Quel giorno le fiamme gialle del nucleo di Polizia Tributaria, in collaborazione con i colleghi della sezione operativa navale, riuscirono a bloccare alcuni giovani mentre stavano trasferendo un quantitativo modesto di hascisc. L’occhio esperto dei segugi dell’antidroga decifrò correttamente il caso. 
Gli investigatori, infatti, intuirono che l’episodio era da inquadrare certamente in un contesto più ampio. 
Così da quella mattina di marzo le orecchie e gli occhi dei militari si sintonizzarono sulle manovre di quei giovani. Servizi di appostamento e il ricorso alle intercettazioni telefoniche hanno consentito di inquadrare una rete di spacciatori composta da quindici persone. Per dieci di loro ieri mattina è scattato l’arresto.
 
Con i finanzieri che hanno eseguito le misure decretate dal gip Giuseppe Tommasino su richiesta del pubblico ministero Lanfranco Marazìa. 
Ai domiciliari sono finiti i tarantini Alessandro Arcadi, di 25 anni, Cosimo Cardiota, di 37 anni, Angelo De Gennaro, di 27 anni, i fratelli Marco Nadir Yahya Haj e Sandro Shadi Yahya Haj, rispettivamente di 22 e 26 anni, Antony Lopriore, di 27 anni, Francesco Montervino, si trent’anni, Francesco Pellicoro, di 24 anni, e i fratelli Francesco e Daniele Portulano, rispettivamente di 28 e 25 anni.
Come accennato, contro di loro gli esiti delle articolate indagini che hanno preso spunto proprio da quel primo sequestro messo a segno due anni fa. L’attività investigativa condotta dai militari, infatti, ha illuminato i contatti e i movimenti dei giovani pusher. Ed ha consentito anche di ricostruire il ruolo di ciascuno di loro. In questo senso eloquenti si sono rivelati i contatti con persone notoriamente dedite al consumo di stupefacenti, ma soprattutto i contenuti dei colloqui tra indagati intercettati dai finanzieri.
La natura di quelle conversazioni è stata decifrata agevolmente anche a dispetto dell’utilizzo di un linguaggio convenzionale da parte degli inquisiti, per non parlare dei casi in cui gli stessi giovani abbandonavano ogni cautela parlando apertamente di “canne”. Oltre ai dieci ragazzi, per il quali il gip ha disposto i domiciliari, nell’ordinanza di custodia cautelare si fa riferimento alla posizione di altre cinque persone, attualmente indagate a piede libero. Mentre nell’ombra sono rimasti alcuni fornitori della droga, tra i quali un fanomatico “dottore”, poi destinato allo spaccio. Dopo la retata di ieri, ora per i giovani indagati, assistiti dagli avvocati Antonello Giannattasio, Luigi Danucci e Gaetano Vitale, è in vista il confronto con il gip. Nei prossimi giorni, infatti, per tutti ci sarà l’appuntamento con l’interrogatorio di garanzia.
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