Quattro rapine in un mese, malviventi incastrati dalle immagini dei tatuaggi sulle mani

Uno dei fotogrammi estratti dalle immagini di sorveglianza
Uno dei fotogrammi estratti dalle immagini di sorveglianza
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Venerdì 4 Giugno 2021, 15:10 - Ultimo aggiornamento: 16:11

Individuati i responsabili di quattro rapine avvenute nel giro di un mese lo scorso anno in diversi comuni della provincia di Taranto. Si tratta di due pregiudicati tarantini già bloccati lo scorso 23 dicembre dai carabinieri dopo l'assalto all'ufficio postale di Ginosa. Ad incastrare la coppia di malviventi lo studio delle immagini dei singoli colpi, condotto dai poliziotti della Squadra Mobile della Questura jonica, del commissariato di Grottaglie e dai carabinieri del comando provinciale di Taranto. Nei video sono stati riconosciuti i tatuaggi sulle mani dei malviventi. Ai due, già in carcere, è stata notificata una nuova ordinanza di custodia cautelare.

Video

Le indagini

La svolta nelle indagini portate avanti da poliziotti e carabinieri hanno consentito di incriminare i due indagati per quattro rapine ai danni di supermercati ed uffici postali della provincia jonica. La svolta è arrivata proprio lo scorso 23 dicembre dopo l'arresto dei due pregiudicati tarantini, responsabili di una rapina nell’ufficio postale di Ginosa. Il materiale sequestrato nell’auto dei malviventi, un guanto in lattice, un revolver ed alcuni indumenti, ha permesso agli investigatori del Commissariato di Grottaglie, della Squadra Mobile della Polizia e dei Carabinieri della stazione di San Giorgio Ionico, di trovare numerose elementi in comune con le altre rapine avvenute tra novembre e dicembre in provincia di Taranto.

I tatuaggi

In particolare prove sono emerse in riferimento a due rapine avvenute il 18 dicembre ai danni di un supermercato di San Giorgio Ionico e, il giorno successivo, di un supermercato di Grottaglie. L'esame delle immagini dei sistemi di videosorveglianza ha confermato gli indizi a carico dei tarantini.  In tutte le rapine i malviventi sono stati immortalati dalle telecamere con gli stessi indumenti, con lo stesso revolver e con guanti in lattice. A chiudere il cerchio il riconoscimento dei tatuaggi sulle mani dei malviventi attraverso lo studio dei filmati.  

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