Non è la prima volta che il bilancio di previsione viene bocciato dai revisori, già in passato il Comune è stato invitato ad effettuare delle correzioni sulla manovra, anche dalla Corte dei Conti. Le omissioni che sarebbero state commesse dal Comune appaiono abbastanza gravi secondo i revisori, come quando ricordano che «la legge di bilancio 2017 ha disposto il blocco dei poteri degli enti locali di deliberare aumenti dei tributi e delle addizionali». Un provvedimento dal quale sono escluse la Tari e il canone per l’occupazione degli spazi e delle aree pubbliche, mentre è confermata per l’anno 2017 la maggiorazione della Tasi stabilita per l’anno 2016.
«Va evidenziato - scrivono i revisori - che il Consiglio comunale non ha adottato entro il 31 marzo 2017 le deliberazioni con le quali sono state determinate per l’esercizio 2017 le tariffe e le aliquote di imposte e le eventuali maggiori detrazioni, la variazione dei limiti di reddito per i tributi locali e per i servizi locali, nonché per i servizi a domanda individuale, i tassi di copertura in percentuale del costo di gestione dei servizi stessi, rendendo applicabili anche per l’esercizio 2017 le tariffe e le detrazioni dell’anno 2016». Un’omissione, insomma, che costa caro al Comune, impossibilitato ora ad intervenire a causa della scadenza dei termini.
Sulla Tari i revisori dedicano un capitolo a parte perché non giustificano la scelta del dirigente della direzione Programmazione economico patrimoniale di non “leggere” nel bilancio di previsione la mancata copertura integrale di 1.149.321,26 euro.
«La tariffa pertanto - scrive il collegio presieduto da Schirizzi - non è stata determinata sulla base della copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio del servizio rifiuti compresi quelli relativi alla realizzazione ed esercizio della discarica ad esclusione dei costi relativi ai rifiuti speciali al cui smaltimento provvedono a proprie spese i relativi produttori comprovandone il trattamento».
Un rilievo dettato dal fatto che il dirigente comunale ipotizzava di trovare copertura tramite l’accantonamento dell’avanzo di amministrazione in seguito al rendiconto 2016, che ancora deve essere approvato, o con l’«approvazione della tariffa in oggetto entro il 31.07.17, come previsto dall’art.193, comma 3 del Tuel». Termine evidentemente “superato” - secondo i revisori - dalla legge di bilancio 2017, che fissava appunto lo scorso 31 marzo come termine ultimo.