Rimborsi gonfiati per l'accoglienza di rifugiati, quattro indagati

Rimborsi gonfiati per l'accoglienza di rifugiati, quattro indagati
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Domenica 28 Marzo 2021, 13:18 - Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 09:37

Avrebbero chiesto rimborsi per l'accoglienza di stranieri richiedenti asilo. Ma avrebbero aumentato i numeri, ottenendo 90.000 euro in più rispetto al dovuto. Per questo nei guai sono finiti i titolari di una cooperativa alla quale era affidato il servizio di accoglienza di rifugiati giunti in Italia. I poliziotti della squadra mobile della questura di Taranto, infatti, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura jonica, hanno notificato l’avviso di conclusioni indagini a un uomo e una donna, amministratori e rappresentanti legali della società cooperativa, affidataria del servizio di accoglienza e assistenza, nella provincia di Taranto, di migranti richiedenti protezione internazionale. La comunicazione giudiziaria è stata notificata dagli agenti anche anche a due dipendenti della cooperativa.

LE ACCUSE

I due responsabili della struttura sono chiamati a difendersi dall'accusa di concorso in frode in fornitura pubblica continuata. In particolare, le attività di indagine hanno consentito di appurare come i due amministratori abbiano utilizzato parte dei propri dipendenti, incaricati di assicurare il servizio di accoglienza, nello svolgimento di attività diverse, agricole e edilizie, in favore di altre società sempre gestite dai due. Tutti e quattro gli indagati, inoltre, sono chiamati a rispondere del reato di concorso in truffa aggravata continuata in quanto, secondo quanto sostenuto dagli inquirenti, la cooperativa avrebbe percepito rimborsi non dovuti, comunicando alla Prefettura di Taranto un numero di presenze di rifugiati, all’interno delle proprie strutture, superiore a quello reale.

IL RAGGIRO

Il raggiro, secondo gli investigatori, sarebbe stato scrupolosamente organizzato: agli ospiti, venivano fatti firmare i fogli di presenza in epoca diversa e non, come previsto, in maniera giornaliera, omettendo di comunicare il nome degli stranieri che, nel frattempo, per vari motivi si erano allontanati dalle strutture d'accoglienza. Sono 16 i rifugiati individuati, per i quali sareebbero stati percepiti i rimborsi non dovuti che avrebbero consentito di incassare una somma pari a circa 90.000 euro.

Le indagini hanno preso il via  nel 2019 e sono scaturite a seguito di un controllo “anti caporalato” operato dalla Squadra Mobile in una masseria della provincia jonica nel corso del quale emersero numerose anomalie.

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