Protesta dei lavoratori ex Ilva davanti alla raffineria Eni: ingresso bloccato dalle autocisterne

Il presidio dei lavoratori
Il presidio dei lavoratori
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Martedì 7 Gennaio 2020, 12:23 - Ultimo aggiornamento: 14:07
Un gruppo di lavoratori dell'Ilva in amministrazione straordinaria aderenti all'Usb ha occupato
dalle prime luci del mattino la bretella stradale tra il siderurgico ArcelorMittal e la raffineria Eni, nei pressi del
varco mezzi pesanti, bloccando l'accesso ai cancelli. I lavoratori protestano per il mancato rifinanziamento dell'integrazione salariale per oltre duemila cassintegrati. Hanno occupato la sede stradale con
alcune auto. Sul posto ci sono anche pattuglie della Polizia.

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«Per le banche sono stati trovati 900 milioni in 5 minuti, per Taranto e i lavoratori solo disoccupazione, cassa integrazione e inquinamento» ha tuonato coordinatore provinciale di Taranto dell'Usb, Francesco Rizzo,
spiegando i motivi della protesta. Il sindacalista ha ricordato che da «cinque anni questi lavoratori percepiscono circa 150 euro mensili di integrazione che il governo ha rifinanziato anno dopo anno. Nell'ultima legge di bilancio ha però dimenticato di inserire l'emendamento. Il premier Conte nella sua visita a Taranto aveva garantito che sarebbe stato inserito l'emendamento nel decreto Milleproroghe, ma i fondi non c'erano ed è saltato tutto».

La situazione è paradossale - ha continuato - perché ci troviamo di fronte un governo che dice di voler rilanciare Taranto, ma il primo atto che produce è quello di togliere fondi ai lavoratori tarantini già colpiti duramente con la cassa integrazione».
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