Covid, posti letto esauriti: anziano costretto ad attendere 28 ore in ambulanza. La soccorritrice: «Disumano»

Covid, posti letto esauriti: anziano costretto ad attendere 28 ore in ambulanza. La soccorritrice: «Disumano»
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Lunedì 29 Marzo 2021, 08:50 - Ultimo aggiornamento: 17:08

In ambulanza per oltre un giorno. Un'eternità per chiunque, una vera tortura per chi è stato contagiato dal coronavirus ed ha fame d'ossigeno. È quanto sta avvenendo in queste ore negli ospedali della provincia di Taranto dove si assiste, senza nessuna soluzione all'orizzonte, al carosello di autoambulanze con paziente a bordo in attesa che si liberi un posto. Che non si libererà per ore ed ore.

IL RECORD


Ieri si è superato il limite con il record delle 28 ore. A patirle sulla sua pelle, perché altro termine non è possibile usare, è stato un 78enne di un comune della provincia ionica prelevato da casa alle 18 di sabato 27 marzo e portato in un ospedale della Asl ionica dove ha passato la notte e poi tutta la domenica delle Palme. In mancanza di un letto d'ospedale, tutti occupati, il suo giaciglio è stato la lettiga dell'ambulanza e l'angusto abitacolo la sua stanza di degenza. Lì, per una notte e un giorno, ha fatto i suoi bisogni negli appositi presìdi, ha bevuto e mangiato ed ha assunto la sua terapia portata da casa. Il tutto con l'amorevole assistenza del personale sanitario dell'ospedale e del servizio di emergenza del 118 che ha dovuto farsi portare altre bombole d'ossigeno perché quelle in dotazione all'automezzo erano ormai esauste. A fare compagnia al 78enne ci sono stati altri pazienti proprio lui come a bordo di ambulanze in coda, e che si apprestano a fare lo stesso lungo percorso. Il personale di bordo, spesso volontari delle associazioni, sanno quello che gli tocca: stare lì oltre l'orario di servizio e se gli va bene ricevere il cambio al volo dal nuovo equipaggio. La rabbia dei soccorritori è quasi uguale a quella di chi soffre in quella improponibile stanza di ospedale che è l'abitacolo d'ambulanza, con la maschera dell'ossigeno sul volto che gli permette di respirare ma non di riposare, ammesso che sia possibile farlo in quelle condizioni.

IL RACCONTO DEI SOCCORRITORI


La terribile storia del paziente di 78 anni che ha passato la domenica delle Palme e la notte prima in quello stato è stata portata alla ribalta da una delle soccorritrici, che su Facebook sfoga la sua rabbia: «Vi racconto una triste storiella tratta da una storia assolutamente vera», scrive la donna allo stremo delle forze e al limite della sopportazione. «Il paziente è un Covid positivo che ha bisogno di ossigeno H24.

L'ambulanza per lui è diventata una vera e propria stanza dove si alimenta, viene monitorato, assume le proprie terapie (perché tra l'altro è cardiopatico) e naturalmente fa i suoi bisogni fisiologici! Vorrei che un solo secondo in queste condizioni pietose lo passassero tutti quei signori che hanno pensato al Covid come un non problema». La coraggiosa soccorritrice conclude così il suo racconto. «È una situazione disumana vissuta oggi, giornata particolare di festa; so perfettamente che con questo post non concluderò nulla, al massimo sensibilizzerò le persone che hanno un cuore, ma vorrei tanto invitarvi a fare un pensiero e implorare l'universo affinché questa situazione finisca il più presto».

I POSTI LETTO OCCUPATI

La condizione dei posti letto negli ospedali della provincia di Taranto la racconta il bollettino quotidiano della Asl. In tutta la provincia ieri i posti occupati nei reparti Covid erano 390 di cui 31 i gravi condizioni ricoverati nelle due rianimazioni del Moscati di Taranto e del Giannuzzi di Manduria. Per comprendere la pressione a carico del servizio ospedaliero: alla stessa data di novembre 2020, in piana seconda ondata, i malati affetti da sintomi virali ricoverati nelle stesse strutture esistenti oggi, erano 359, ben 131 meno di oggi. Altro esempio della gravità attuale è la differenza dei casi trattati in terapia intensiva: erano 16 il 28 novembre 2020, esattamente il doppio ieri.

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