Il tavolo di confronto con il sindaco Rinaldo Melucci sui problemi sollevati da Confcommercio Taranto alla fine ci sarà, probabilmente dopo Pasqua. Ma che fatica. Lo stato di agitazione del commercio ha portato ieri alla protesta davanti a Palazzo di città, sotto l’eloquente striscione “verba volant”, sistemato ai piedi delle colonne doriche. I commercianti si sono poi spostati nell’aula del consiglio comunale, dove era in corso il question time.
La tensione durante il consiglio
I commercianti hanno consegnato nelle mani del presidente del consiglio comunale un documento che conteneva tutte le criticità più volte denunciate, messe nero su bianco, e in attesa di soluzioni. Il clima era tesissimo. La calma è tornata soltanto quando il primo cittadino ha accettato di accogliere una delegazione dei commercianti guidata dal presidente Leonardo Giangrande.
Un risultato, però, è stato ottenuto: il tavolo tecnico si farà.
Il documento
Le premesse, tuttavia, non erano affatto incoraggianti: «La conclamata crisi del commercio tradizionale di vicinato, acuita da due anni di chiusure forzate, avrebbe richiesto politiche pubbliche per il commercio urbano più incisive ed attente agli appelli lanciati dalle attività di vicinato - ha scritto Confcommercio Taranto -. Segnali di disagio importanti non colti, ma anzi spesso liquidati con indifferenza e distanza, da parte di una amministrazione comunale che avrebbe dovuto attivarsi per dare risposte alle difficili situazioni che investono le aree urbane del commercio, lasciando addirittura che le problematiche si acuissero andando ad aggravare una situazione già gravemente compromessa. Il risultato è che oggi Taranto è una città con una mobilità complicata, assolutamente carente di aree parcheggio, e con gravissimi problemi di accesso alle aree urbane del commercio. L’amministrazione comunale, in carica al suo secondo mandato, non è stata in grado di dare risposte strutturali all’enorme problema della carenza di parcheggi che affligge la città. Anzi si riscontra come l’amministrazione comunale, con totale indifferenza, sottovalutando come tale difficoltà stia danneggiando l’offerta del commercio di vicinato a favore della grande distribuzione, continui a disporre la sottrazione di posti auto, per lunghi periodi, per l’avvio di cantieri o per eventi cittadini, annunciati con preavvisi di appena 24 ore».
Un atto d’accusa dettato dall’esasperazione, palpabile, e dalla «mancanza di attenzione e di rispetto verso un settore che più di altri paga la crisi economica che investe il territorio. È mancato il vero dialogo, la vera interlocuzione, la vera collaborazione».
Gli eventi e la mancanza di parcheggi
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è il caos in cui è piombata la città all’inizio di questa settimana, quando sono scattati diversi divieti di sosta, variazioni della viabilità e altre restrizioni per l’organizzazione del giuramento solenne congiunto di Marina Militare e Carabinieri sulla Rotonda del lungomare.
Salvatore Cafiero (presidente Delegazione Confcommercio Borgo), fissa un altro punto: «Non è possibile ricevere ordinanze a 24 ore per la chiusura in toto del Borgo cittadino: questa cosa non è accettabile. Bisogna riportare tutto sui giusti tavoli di discussione, con i giusti interlocutori».
Il presidente di Sistema Impresa, Giuseppe Spadafino, torna sull’origine della mobilitazione: «Siamo delusi perché abbiamo provato in tutti i modi a dialogare. Dopo tutto quello che è successo avremmo voluto avere vicino l’amministrazione comunale, ma invece è lontana da noi. Siamo degli eroi, ma gli amici della Città vecchia lo sono dieci volte di più, perché sono stati i primi a credere in questo processo di riconversione, ma vanno sostenuti».