L'indagine "Petrolmafia" al vaglio della Corte

La Corte di Cassazione
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Sabato 11 Settembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 10:44

La Corte di Cassazione boccia il ricorso del pm sulla contestazione di mafia. E poche ore dopo il tarantino Michele Cicala, accusato di essere il capo del presunto clan di base nel rione “Tramontone” di Taranto, torna completamente libero su richiesta dello stesso magistrato inquirente. Questo il nuovo quadro per l’inchiesta denominata “petrolmafia”, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce sull’attività che avrebbe visto protagonista l’organizzazione di base nella zona periferica di Taranto. 

Il ricorso 

L’altra mattina, infatti, in Corte di Cassazione è sbarcato il ricorso con il quale il pubblico ministero Stefano Milto De Nozza aveva impugnato la decisione del Tribunale del Riesame di annullare i provvedimenti restrittivi in ordine alla contestazione di associazione di tipo mafioso. Sull’accusa caposaldo dell’indagine sul conto del presunto gruppo di “Tramontone”, quindi, era subito scattato il ricorso del pm. 
In Cassazione si sono scontrate accusa e difesa, con al centro proprio quell’imputazione che nel procedimento pende sul capo di Cicala e di altre sei persone. 
Il Pg ha sostenuto il ricorso avanzato dal pubblico ministero De Nozza chiedendo l’annullamento con rinvio della decisione del Riesame. 
In particolare ha puntato l’accento su alcune circostanze e sul contenuto delle intercettazioni telefoniche, nelle quali, secondo gli inquirenti, si intravedono i connotati tipici dell’associazione mafiosa. Il magistrato ha insistito sul controllo che il presunto clan avrebbe avuto su quella parte di territorio di Taranto. Inoltre, sulla base delle indagini condotte dalla Finanza ed esplose ad aprile con una raffica di arresti, ha sottolineato il tentativo silente dell’organizzazione di infilarsi nel tessuto economico della città attraverso l’acquisizione di attività commerciali.
Una tesi contrastata dai legali degli imputati. In particolare gli avvocati Salvatore Maggio e Armando Veneto, difensori di Cicala, hanno ribadito l’inesistenza, a loro avviso, di quel legame associativo, ricalcando la lettura della vicenda proposta proprio dal Riesame di Lecce. Nella tarda serata di giovedì, quindi, è giunto il verdetto della Cassazione, nel quale la Corte ha bollato come inammissibile il ricorso proposto dal pm, lasciando automaticamente acceso il semaforo rosso per l’accusa di 416 bis
Una contestazione che nel procedimento è rivolta al 41enne Cicala, assistito dagli avvocati Salvatore Maggio e Armando Veneto, ma anche agli altri tarantini Claudio Romano e Marco Aria, assistiti dall’avvocato Salvatore Maggio e Andrea Maggio, a Pietro Buscicchio, difeso dagli avvocati Salvatore Maggio e Armando Veneto, e a Michele Schinaia, assistito dall’ avvocato Emidio Attavilla, oltre che a due imputati da sempre a piede libero.

La decisione del gip 

È arrivato ieri mattina, invece, il provvedimento con il quale il gip di Lecce Michele Toriello ha disposto la liberazione di Michele Cicala. Il tarantino, infatti, si trovava ristretto ai domiciliari. 
La decisione è giunta su richiesta dello stesso pm De Nozza, alla luce dell’avvicinarsi della data dell’11 ottobre, giorno in cui scadranno i termini di custodia cautelare. 
Il tutto in vista del nuovo round dell’udienza preliminare con al vaglio la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pm De Nozza per 42 imputati.

Sul tavolo del gup le conclusioni dell’attività investigativa, coordinata dalla Dda e condotta dalla Guardia di Finanza, che ha puntato il mirino sul presunto clan e sul traffico di carburante contestato alle società riconducibili a Michele Cicala. Una frode che avrebbe fatto leva sull’acquisto di gasolio con documentazione alterata, dalla quale risultava che si trattava di carburante agricolo, e per questo sottoposto a tassazione agevolata. Mentre in realtà quel carburante sarebbe stato destinato alla vendita normale alla pompa. Escamotage attraverso il quale si sarebbero ottenuti ingenti guadagni poi utilizzati per l’acquisito di attività economiche. 

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