Morte della poliziotta: arriva la prescrizione per i medici tarantini

I due professionisti dell’ospedale “Santissima Annunziata” erano stati condannati in appello per il caso di Valeria Lepore

Morte della poliziotta: arriva la prescrizione per i medici tarantini
di Nazareno DINOI
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Giovedì 23 Febbraio 2023, 11:19

Reato prescritto per i due medici tarantini, Antonio Di Pinto e Angelo D'Elia, condannati in appello per omicidio colposo della 27enne agente di polizia penitenziaria, Angela Valeria Lepore. La quarta sezione penale della Corte di Cassazione (presidente Donatella Ferrante, relatrice Anna Luisa Angela Ricci), ha annullato senza rinvio per intervenuta prescrizione la sentenza dei giudici della Corte d'appello di Taranto che avevano condannato alla pena di un anno e 4 mesi di reclusione ciascuno i due professionisti in servizio all'ospedale Santissima Annunziata di Taranto.
 

La decisione

Gli ermellini che hanno applicato il codice che prevede la chiusura di ogni procedimento in corso superati i sei anni dalla data in cui si è commesso il reato contestato, hanno definito l'aspetto penale mentre resta in piedi quello civile che prevede il risarcimento alle parti civili, da definire in altro percorso, a favore di cinque familiari della giovane che si erano costituiti con l'avvocato Rino Errico.

Solo due invece (i genitori), i risarcimenti per l'imputato D'Elia che nell'occasione si è fatto difendere dagli avvocati Raffaele Errico e Elisa Pugliese. Tutti e cinque le parti civile invece per il dottor Di Pinto difeso dall'avvocato Gianfranco Giadecola. La Corte d'appello aveva già concesso agli imputati la «non menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziale rilasciato non per motivi elettorali».

Nessuna condanna penale, quindi, per la morte della poliziotta di Toritto, provincia di Bari, deceduta al luglio del 2014 dopo 40 ore di agonia e tre interventi chirurgici e altrettanti ricoveri negli ospedali di Manduria, Taranto e Bari.

Convinti sin dall'inizio della non correttezza delle cure in uno o in tutti e tre i percorsi ospedalieri, i genitori della giovane presentarono un esposto alla Procura della Repubblica di Bari che aprì un fascicolo con venti indagati, per l'ipotesi di reato di omicidio colposo, tra i sanitari del Marianna Giannuzzi di Manduria, il Santissima Annunziata di Taranto e il Policlinico di Bari. Tutti i sanitari che avevano avuto in cura la giovane durante i tre ricoveri.

La procura di Bari aveva chiesto l'archiviazione



Dopo le indagini preliminari, la procura barese chiese l'archiviazione per i sette medici del Policlinico trasmettendo il fascicolo alla Procura della Repubblica di Taranto che a sua volte prosciolse 11 medici di Taranto e Manduria chiedendo il rinvio a giudizio per i due del Santissima Annunziata, condannati in primo e secondo grado e per i quali è intervenuta la prescrizione. Il 12 luglio del 2014 la sfortunata giovane che con la famiglia si trovava in vacanza a San Pietro in Bevagna, si presentò al pronto soccorso del Giannuzzi accusando forti dolori ad un fianco.

Trattata nell'urgenza, la donna fu trasferita dopo alcune ore al Santissima Annunciata di Taranto dove fu sottoposta ad un primo intervento per la rimozione di un calcolo renale. Le sue condizioni di salute precipitarono consigliando i sanitari ad affidarla ai colleghi del Policlinico barese.

Nel doloroso calvario, oltre all'operazione al rene, la poliziotta subì un intervento neurochirurgico e l'applicazione del polmone artificiale senza più riprendersi. Il 15 luglio il decesso.

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