Blitz nelle celle dei mafiosi, scovati i cellulari per contattare il clan. Nel pacco di un detenuto spunta anche la droga

L'ingresso del carcere di Taranto
L'ingresso del carcere di Taranto
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Giovedì 6 Maggio 2021, 10:03 - Ultimo aggiornamento: 18:43

Telefoni cellulari nelle celle della sezione "alta sicurezza", quelle in cui sono rinchiusi i detenuti in odore di mafia. E droga nascosta nel pacco spedito dai familiari di un altro tarantino detenuto nel penitenziario proprio alla periferia di Taranto. Questo il bilancio del blitz messo a segno nei giorni scorsi dagli agenti della polizia penitenziaria in servizio nel carcere che porta il nome di Carmelo Magli, il basco azzurto trucidato begli anni '90 dalla mala proprio per colpire il corpo della Polizia penitenziaria e in particolare gli agenti in servizio a Taranto

IL BLITZ

Il blitz dei "baschi azzurri" è scattato nella serata di martedì, quando gli agenti hanno perquisito da cima a fondo le celle della sezione "alta sicurezza". Durante i controlli sono stati scovati e sequestrati due piccoli telefoni cellulari. Erano nelle celle di due detenuti ritenuti vicini ai clan storici della mala di Taranto. Gli apparecchi sono stati immediatamente sequestrati e sono partite le indagini per comprendere come quei cellulari siano arrivati nella disponibilità dei detenuti.

LA DROGA

Sempre nella giornata di martedì, gli stessi agenti, guidati dal comandante Elena Vetrano, dirigente aggiunto della Polizia Penitenziaria, hanno intercettato un pacco destinato ad un altro detenuto, nel quale erano stati nascosti 75 grammi di hascisc. La droga è stata sequestrata ed ora è caccia ai responsabili. Non è la prima volta che nel carcere jonico vengono rinvenuti e sequestrati telefoni e droga, destinata, presumibilmente, allo spaccio all'interno della stessa struttura. Un fenomeno contro il quale la Polizia Penitenziaria ha intensificato i controlli, riuscendo a stoppare ripetutamente tentativi di introdurre materiale in carcere. Operazione non semplice alla luce dell'elevatissimo numero di detenuti attualmente ristretti nel penitenziario, oramai giunto al doppio della capienza, ma anche del risicato organico della Polizia penitenziaria.

"Gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria di Taranto - ha spiegato Angelo Sciabica, segretario regionale dell'Osapp - nonostante le immani condizioni lavorative, lo straordinario periodo da Covid19 e la gravissima carenza negli organici, hanno messo a segno due importanti operazioni di servizio. I disagi di Taranto non possono più passare inosservati, chiediamo interventi risolutivi".

"Il plauso continua ad andare agli agenti della Polizia Penitenziaria che con spirito di sacrificio e senso di responsabilità - ha aggiunto il segretario generale aggiunto dell'Osapp Pasquale Montesano - garantiscono servizi e funzionalità del sistema carcere con non comune professionalità".

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