Taranto, urla e sassi contro la fregata: ci sono quattro sospetti

Taranto, urla e sassi contro la fregata: ci sono quattro sospetti
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Venerdì 18 Marzo 2022, 22:19 - Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 10:08

Quattro nomi sono già sul taccuino degli investigatori. Forse cinque. Mentre si continuano a studiare le immagini registrate dalle telecamere di sicurezza, ma anche i video rimbalzati sui social.

Le indagini per individuare i responsabili


Proseguono a tamburo battente le indagini condotte dagli inquirenti della Digos per dare un volto ai responsabili delle urla e delle sassate al passaggio della fregata “Carabiniere” nel canale navigabile. Lo sconcertante episodio, avvenuto mercoledì, non poteva restare senza conseguenze. E infatti, la macchina inquirente si è messa in moto praticamente subito dopo quelle urla lanciate contro l’unità della Marina Militare da un manipolo di manifestanti, arroccati sulla sponda della città vecchia del canale navigabile. Una “contestazione” mai avvenuta a Taranto, dove il passaggio delle navi militari in quel braccio di mare con l’apertura del ponte girevole, è sempre stato vissuto con emozione e partecipazione.

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L’altro giorno, però, al passaggio della fregata, con i militari schierati sul ponte, sono scattate bordate di insulti e urla contro i marinai, accompagnate dal lancio di sassi. 
Una “contestazione” attuata da poche persone, ma che è rimbalzata sui “social” innescando un coro unanime di indignazione.

Oltre alla condanna fatta da esponenti istituzionali, ma anche da tantissime persone che hanno espresso on line la propria disapprovazione, sono state avviate le indagini da parte dei poliziotti della Digos. 


Si lavora sulle ipotesi di reato che vanno dalla manifestazione non autorizzata al vilipendio di corpo armato dello Stato. Per dare un volto agli autori, come si diceva, gli investigatori hanno subito acquisito le immagini registrate dalle telecamere di sicurezza situate nella zona del canale navigabile, sempre sponda città vecchia. Le sequenze, in queste ore, vengono scandagliate con grandissima attenzione negli uffici della Questura, dove si procede con grande rapidità, mantenendo una rigida cortina di riservatezza. In procura è stata inviata subito una segnalazione preliminare, ma c’è tempo per un primo rapporto. Oltre alle immagini delle telecamere di videosorveglianza, come si è accennato, nel calderone investigativo sono stati inseriti anche video acquisiti su diverse piattaforme. Elementi che avrebbero già consentito di “riconoscere” quattro persone che avrebbero preso parte all’iniziativa, ovviamente, non autorizzata. 

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Si tratta dei primi “sospetti” ai quali si conta di aggiungere ben presto elementi utili da un lato per corroborare le identificazioni, ma anche per chiudere il cerchio su tutti gli autori del gesto che ha suscitato proteste e disapprovazione. 
Tra le prime a prendere la parola il sottosegretario alla Difesa, Stefania Pucciarelli che ha parlato senza mezzi termini di «indecenza vergognosa». E ha aggiunto che si è trattato di «un gesto che non è affatto rappresentativo del rapporto di una città intimamente legata al mare e alla Marina Militare». Solidarietà alla Marina, inoltre, è stata espressa sui social dai ministri Mara Carfagna e Luigi Di Maio, e dalla senatrice del Pd Roberta Pinotti, presidente della commissione Difesa. E poi da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, e da Domenico Rossi, già sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito e sottosegretario alla Difesa. Una minima parte delle reazioni che hanno condannato senza appello un gesto che non ha nulla di protesta. Sul quale ora non resta che attendere l’esito delle indagini condotte dalla Digos.
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