Gli impianti dell'area a caldo della ex Ilva di Taranto restano sotto sequestro. Lo ha deciso la Corte d'Assise del processo "Ambiente svenduto" che ha respinto la richiesta di revoca del provvedimento richiesto dai difensori di llva in amministrazione straordinaria. Il provvedimento riguarda sei reparti finiti sotto chiave nel luglio del 2012 quando esplose l'inchiesta per disastro ambientale. Per gli stessi impianti, ritenuti la fonte dell'inquinamento che si abbatte su Taranto, è stata disposta la confisca a chiusura del primo grado di giudizio del processo per disastro ambientale, concluso con 26 condanne a quasi tre secoli di carcere.
La richiesta
La revoca del sequestro era stata chiesta dai legali sulla base del fatto che il 90% dei lavori del piano ambientale per abbattere l'impatto della fabbrica è già stato completato.
Il no della Procura
Sull'istanza di dissequestro aveva espresso parere negatvo anche la procura di Taranto. Nel parere i pm avevano evidenziato sforamenti dei livelli consentiti di emissioni inquinanti anche in tempi recenti.