Immigrati in isolamento: si sospetta la malaria

Immigrati in isolamento: si sospetta la malaria
di Mario DILIBERTO
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Martedì 3 Ottobre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 15:31
Quattro stranieri ricoverati in isolamento nel reparto “Infettivi” dell’ospedale San Giuseppe Moscati di Taranto. Con il sospetto della “malaria” che aleggia nell’aria, in attesa che le certezze, in ogni senso, arrivino dalle analisi in corso a Bari.
L’unico sicurezza, quindi, riguarda i quattro pazienti, tre di nazionalità marocchina e un sudanese, di età compresa tra i trenta e i quarant’anni, che nel giro di pochi giorni sono giunti, prima al pronto soccorso dell’ospedale di Castellaneta e poi nel reparto del Moscati. Ed è qui che sono stati immediatamente destinati all’isolamento, per essere monitorati in attesa degli esiti dei test. 
I sintomi accusati dagli stranieri hanno immediatamente spianato la strada al sospetto della malaria. Un’ipotesi, è bene sottolinearlo nuovamente, che ha fatto scattare la procedura dei controlli con l’isolamento dei quattro. Si tratta di braccianti agricoli, tutti provenienti dalle campagne di Ginosa Marina, dove erano al lavoro. 
Il primo caso si sarebbe palesato nei giorni scorsi, l’ultimo ieri pomeriggio, con il quarto ricovero di fila nel nosocomio di Paolo VI.
Dall’Asl si è scelta la strada della assoluta riservatezza e ufficiosamente si predica la massima prudenza. Niente allarmi quindi, senza gli esiti delle analisi che consentiranno di decifrare la situazione. I test sono stati commissionati al Policlinico di Bari, dove sono stati inviati i campioni di sangue. Toccherà ai laboratori del reparto infettivi capoluogo regionale emettere il verdetto. Con i responsi che non solo dovranno chiarire se ci si trova di fronte a casi di malaria, ma dovranno spiegare anche la natura della patologia e del parassita.
 
Ne esistono diversi. Quattro sono i più conosciuti, ma uno solo è potenzialmente mortale. Potenzialmente, poiché la malaria rientra tra le malattie curabili. In Italia è stata debellata, ed i casi che si registrano riguardano viaggiatori di ritorno da zone del mondo in cui la malaria è ancora diffusa.
Tornando ai quattro casi sospetti allo studio, va detto che oltre alla fondamentale indagine di natura clinica, ne è scattata anche un’altra, altrettanto importante. Soprattutto nell’eventualità in cui si dovesse accertare che si tratta di malaria. Si è cominciato, infatti, a ricostruire gli ultimi movimenti dei quattro braccianti stranieri. Perché se è fondamentale comprendere se si tratti o meno di malaria, è altrettanto determinante risalire all’origine dei casi. 
A questo va aggiunto che la malaria non è contagiosa, e la si contrae esclusivamente per via ematica, attraverso l’infezione del sangue, in genere per la puntura della zanzara anofele.