Ilva, tavolo a Roma martedì. Governo e sindacati tentano l’accordo con ArcelorMittal

Ilva, tavolo a Roma martedì. Governo e sindacati tentano l’accordo con ArcelorMittal
di Tiziana FABBIANO
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Martedì 24 Ottobre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 22:01
Il mese di ottobre si chiuderà con la ripresa della trattativa sindacale per Ilva. Martedì prossimo, 31 ottobre, potrebbe essere la data giusta. La notizia della convocazione è trapelata ieri pomeriggio da fonti vicine al ministero dello Sviluppo economico. La settimana prossima quindi si proverà a riannodare il filo del dialogo per continuare, con un accordo sindacale, il percorso di cessione del gruppo Ilva. Il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, avrebbe deciso di riconvocare il tavolo per quella data, dopo la brusca interruzione del 9 ottobre scorso. Al Mise di Roma dovrebbero ritornare i segretari dei sindacati metalmeccanici per avviare la negoziazione che finora non è nemmeno iniziata, nonostante sia propedeutica al completamento dell’acquisizione di Ilva da parte della società aggiudicataria, la Am InvestCo Italy. Alla riunione, con la mediazione del Governo, quindi ci saranno i manager di ArcelorMittal, la compagnia di maggioranza della Am InvesCo Italy. Oltre ai rappresentanti nazionali di Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil e Usb.
La riapertura del tavolo era già stata data per imminente nei giorni scorsi da vari esponenti del Governo, Calenda compreso. Alle dichiarazioni distensive del ministro avevano fatto seguito le “aperture” alla disponibilità di Am InvestCo per affrontare tutti gli aspetti propri della negoziazione con i sindacati, cioè a discutere dei livelli occupazionali e di quelli d’inquadramento e retributivi. «Accogliamo con favore la dichiarazione del Ministro Calenda e siamo lieti di poter avviare le negoziazioni. È importante incontrare i sindacati per approfondire e discutere il nostro piano industriale e ambientale. Siamo desiderosi di trovare una soluzione che assicuri un futuro solido e sostenibile per Ilva e per i suoi stakeholder, compresi ovviamente i dipendenti», queste le parole esatte utilizzate in una nota ufficiale diffusa da ArcelorMittal. 
Il ministro Calenda che aveva interrotto il tavolo del 9 ottobre scorso ha chiesto, prima di avviare nel merito il confronto tra azienda e organizzazioni dei lavoratori, rassicurazioni sul mantenimento delle attuali condizioni nel passaggio dei lavoratori dall’amministrazione straordinaria al gruppo acquirente. 
 
Ancora critica su questo punto, ieri mattina, era stata il segretario della Fiom Cgil Francesca Re David.
Sulla possibile riapertura del tavolo, aveva detto: «Non siamo stati convocati, continua a essere una trattativa molto strana e molto opaca» ha detto a margine dell’assemblea generale della Fiom specificando che il sindacato continua a ribadire «che per fare una trattativa vera vanno tolti dal tavolo i licenziamenti oltre che le riduzioni dei diritti e del salario». Il sindacato, ha aggiunto, «deve avere in mano tutti gli strumenti e quindi conoscere il piano industriale e gli eventuali accordi tra governo e proprietà». Tutto questo, secondo Re David «continua a non esserci, leggo che gli esuberi sarebbero diminuiti da 4.000 a 3.200 con i prepensionamenti, non ci sembra assolutamente la soluzione di cui stiamo discutendo», ha concluso il segretario della Fiom Cgil. 
E sulla trattativa per Ilva è intervenuto anche l’arcivescovo di Taranto: «Il clima non è dei più sereni. Si attende l’apertura del tavolo con il Ministero dello Sviluppo», ha detto monsignor Filippo Santoro, riferendosi alla vertenza. Il vescovo ha parlato a margine della presentazione della Settimana Sociale di Cagliari, il convegno della Cei sul lavoro che si terrà dal 26 al 29 ottobre. Per Santoro «coniugare la difesa dell’occupazione e allo stesso tempo dell’ambiente è possibile», perché in altri Paesi è stato fatto e ha dato risultati.
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