Ilva, 24 milioni in manovra per la cassa integrazione dei lavoratori del gruppo

Ilva, 24 milioni in manovra per la cassa integrazione dei lavoratori del gruppo
di Tiziana FABBIANO
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Lunedì 18 Dicembre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 21:24
Il governo ha depositato in Commissione Bilancio della Camera, tra gli emendamenti alla Manovra, anche uno che riguarda la proroga dalla cassa integrazione straordinaria per il lavoratori dell’Ilva. La prosecuzione dell’ammortizzatore sociale per i circa 14mila dipendenti del colosso siderurgico jonico ma anche dei siti industriali di Genova Cornigliano e Novi Ligure sarà coperta con un finanziamento di 24 milioni di euro: questa la stima per la quale è stata emendata la manovra. 
Nel testo di modifica alla manovra si dispone anche lo stanziamento di altri 400.000 euro per il capitolo Ilva. Il denaro tuttavia sarà destinato ad interventi straordinari di bonifica delle aree dismesse di Genova Cornigliano. 
Nuove risorse occorrerà trovarle anche per accelerare il pagamento delle imprese dell’indotto siderurgico che ancora attendono il saldo di fatture già emesse per lavori svolti nei mesi passati. 
Un problema sul quale intervengono i coordinamenti provinciale e cittadino del Movimento “Idea Popolo e libertà” che solidarizzano con le imprese e i lavoratori delle ditte dell’appalto Ilva «che da tempo chiedono che i lavori eseguiti e non ancora pagati dall’amministrazione straordinaria dell’azienda siderurgica siano finalmente saldati». 
«Nella complessa vicenda Ilva l’indotto sembra l’anello debole, il più trascurato e sottovalutato. E invece si tratta di crediti per decine di milioni di euro che , se accreditati, darebbero tranquillità e nuovo slancio a un sistema industriale eterogeneo che spazia dalle ditte di manutenzione a quelle dell’autotrasporto», affermano dal movimento.
«Le imprese dell’indotto hanno lavorato e i loro crediti non possono essere ignorati, né tantomeno non onorati. Per la sopravvivenza stessa delle aziende e per restituire serenità ai lavoratori che, in questo particolare periodo dell’anno, rischiano concretamente di non poter percepire la tredicesima mensilità».
 
Per “Idea” ha fatto bene Confindustria Taranto a tenere vivo l’interesse su questa grave situazione «interpellando a più riprese la gestione commissariale e il Governo stesso». 
È imprescindibile, secondo il Movimento Idea, accogliere le proposte confindustriali, riguardanti il pagamento del pregresso (ben 150 milioni di euro) e quello puntuale del corrente, l’annullamento e la modifica della clausola di rescissione unilaterale così come proposta e la certezza del coinvolgimento delle imprese locali nella nuova Ilva. 
Un punto quest’ultimo, cioè il futuro dell’indotto nella nuova Ilva privata, dopo la gestione commissariale, che non a caso è uno dei punti previsti all’ordine del giorno del Tavolo istitutizionale per Taranto. Con il Governo occorre infatti trovare un percorso di salvaguardia dell’apparato delle piccole e medie imprese locali che gravitano arttorno alla fabbrica. 
Se ne parlerà alle 11 di dopodomani, al famoso tavolo del 20 dicembre che è stato convocato dopo l’incontro a Taranto tra il sindaco Rinaldo Melucci e il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. 
Il dialogo sulla cessione, sull’inquinamento, sull’ambiente e la salute di Tarantini ripartirà mercoledì. Sempre questa settimana ma venerdì anche la trattativa sindacale propedeutica e preliminare alla chiusura dell’operazione di vendita del gruppo. In quest’ultimo confronto ci saranno sindacati generali e di categoria dei metalmeccanici con i rappresentanti di ArcelorMittal, multinazionale al timone della società Am InvestCo Italy che ha vinto la gara per l’acquisizione dell’Ilva. 
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