ArcelorMittal: 1100 milioni di euro per ambientalizzare il gruppo Ilva

ArcelorMittal: 1100 milioni di euro per ambientalizzare il gruppo Ilva
di Tiziana FABBIANO
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 15 Novembre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 11:18
Un miliardo e 100 milioni di euro. Questa la cifra degli investimenti che Am Investco Italy (la società controllata da ArcelorMittal che vuole acquisire il gruppo Ilva) propone per ambientalizzare la fabbrica di Taranto. Il programma degli interventi è stato illustrato ieri, nel corso di una specifica presentazione, alle organizzazioni sindacali nazionali e territoriali, generali e di categoria. L’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico, nell’ambito della trattativa sindacale per la cessione di Ilva, è stato coordinato dal viceministro Teresa Bellanova. Per l’azienda è intervenuto Matthieu Jehl, vice presidente di ArcelorMittal e amministratore delegato di Am Investco Italy. 
È stato proprio Jehl a illustrare come saranno realizzati gli interventi. L’investimento complessivo di 1.110 milioni di euro sarà articolato fino al 2023 ma con una spesa maggiore nei primi anni di lavoro di ArcelorMittal in Ilva. Dal momento in cui sarà avviata la cessione, cioè dal 2018 al 2020 saranno impegnati 750 milioni di euro mentre nel triennio successivo (2021-2023) i restanti 350 milioni dal 2021 al 2023.
Quasi un terzo dell’intero investimento per il piano ambientale è la spesa che occorrerà per la copertura dei parchi minerali. Saranno coperti i parchi primari delle materie prime ed è stato confermato che i lavori partiranno dal 2018, ancora prima della presa in possesso dell’Ilva da parte di Am Investco, alla conclusione di un accordo con la gestione commissariale. Soltanto per la copertura parchi è prevista una spesa di 301 milioni di euro. 
L’altra grossa fetta di investimenti riguarda le cokerie con una cifra pari a 226 milioni di euro. Anche questi interventi inizieranno subito e proseguiranno fino al completamento del piano ambientale, nel 2023. 
 
Un budget di spesa importante riguarderà anche il piano acque. Sul trattamento delle acque piovane e industriali ArcelorMittal in altri stabilimenti europei (a partire da quello di Gand, in Belgio) ha degli standard altissimi. Ecco perché nel piano ambientale di Ilva ha riservato la terza voce più importante degli investimenti ambientali: 179 milioni di euro. Sullo stessa linea anche il piano di gestione dei rifiuti per 142 milioni di euro. Entro il mese di maggio 2020 è prevista la chiusura dei nastri trasportatori ancora scoperti, per una ventina di chilometri, ed entro la fine del 2018 la chiusura e messa in sicurezza degli edifici in cui vengono manipolate le materie prime: soltanto per questi due interventi sono stati inseriti nel piano ambientale investimenti per 129 milioni di euro. 
Altri investimenti riguardano gli altiforni, gli acciaierie e l’agglomerato. 
Un tema sul quale si parlerà in dettaglio nel prossimo incontro è quello delle bonifiche, già avviate dalla struttura commissariale che ha in gestione l’Ilva. Attività che saranno completate nei prossimi anni dai privati di Am Investco. E in particolare ieri si è parlato dello smaltimento dell’amianto. I sindacati hanno portato questo tema delicato all’attenzione del tavolo. Ottenendo rassicurazioni. Nei prossimi sei mesi sarà infatti presentato un piano di mappatura e rimozione dell’amianto nei siti del gruppo, in particolare a Taranto e Genova, attraverso un investimento complessivo di 65 milioni di euro. Di sicurezza e ambiente si continuerà a discutere in un incontro già fissato al 27 novembre. Nel pomeriggio il tavolo di lavoro di azienda e sindacati si aggiornerà arricchendosi della presenza dei commissari. Saranno Piero Gnudi, Enrico Laghi e Corrado Carrubba ad illustrare il piano degli interventi che riguardano le opere di bonifica rimaste ancora in capo all’amministrazione straordinaria. La trattativa sindacale con ArcelorMittal, sempre al Ministero dello Sviluppo Economico, riprenderà il 28 novembre in due sessioni, rispettivamente per il piano industriale e per il piano ambientale. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA