Il Governo ha fatto tutto quello che poteva fare. Lultima carta è quella della legge di stabilità che consentirà alle banche di anticipare quel maxi prestito di 800 milioni di euro da restituire quando arriverà il miliardo e 200 milioni ancora bloccato in Svizzera e appartenente alla famiglia Riva. Con quei soldi partirà un nuovo corso per lIlva in amministrazione straordinaria verso la new.co. Il rush finale di quegli adeguamenti ambientali dellAia che dovrebbero chiudersi entro agosto 2016 ma che, più probabilmente, slitteranno ancora, non di molto, ma di qualche mese. Questo il senso delle parole del commissario straordinario dellIlva Piero Gnudi che ieri pomeriggio, a Bari per una intervista organizzata da Panorama.
Gnudi ha spiegato le prossime tappe dello stabilimento siderurgico di Taranto che, al momento, è in una fase di stand by legata alla mancanza di risorse fresche. Ma per lacciaio italiano e quindi per il Governo il gruppo è troppo importante perché non si continui nella strada del salvataggio: «Nessun Paese può permettersi di non avere unindustria siderurgica in casa propria. Non possiamo farne a meno perché - secondo Gnudi - se chiudiamo imprese dellacciaio in Europa alla fine la Cina avrà più del 60% della produzione siderurgica mondiale decidendo il prezzo dellacciaio e così le politiche industriali che noi facciamo. Certo, per Taranto resta il problema che non può più vivere solo di Ilva come purtroppo è oggi», ha detto Gnudi.
Il commissario ha dato atto dunque allesecutivo del premier Renzi di unattività a tutto campo per Taranto ma ha anche ammesso di aver trovato un atteggiamento positivo, nel segno della collaborazione, da parte dei sindacati.
Decisamente più diretta invece laccusa alla vecchia gestione privata, quella dei Riva. «È mancata quella sensibilità ambientale che sarebbe stata necessaria. Ilva ha speso molto per aumentare la produttività ma poco per l'ambiente e se negli ultimi dieci anni si fossero aumentati un po più gli investimenti per l'ambiente, ed in quei tempi il bilancio lo consentiva, oggi non saremmo in questa condizione», ha detto il commissario.
Tuttavia non gli è sfuggito la connotazione «simbolica» della scelta di Tap alla luce anche dellimpegno che il Governo ha profuso sia per lIlva sia per difendere linvestimento e la realizzazione del gasdotto nel Salento. «I problemi tecnici che inizialmente erano stati prospettati - ha poi chiarito Gnudi - sono stati superati». LIlva sarebbe stata in grado di assolvere perfettamente alla commessa così come era stata richiesta da Tap, ha chiarito dunque smentendo le indiscrezioni che volevano i tubifici di Taranto non in grado di procedere allesecuzione dei tubi richiesti. «Credo che qualche margine ci sia ancora per rientrare», ha poi concluso.