Il giudice di pace: «Emergenza superata, io riprendo le udienze». La presidente del Tribunale lo diffida. Lui rilancia: andrà avanti

Il giudice di pace: «Emergenza superata, io riprendo le udienze». La presidente del Tribunale lo diffida. Lui rilancia: andrà avanti
2 Minuti di Lettura
Giovedì 14 Maggio 2020, 10:11 - Ultimo aggiornamento: 18:32
Ha deciso di rilanciare la sfida disapplicando le disposizioni del tribunale per celebrare le udienze in aula a partire da lunedì prossimo. Si prospetta il muro contro muro tra il giudice di pace Nicola Lorusso e il presidente del tribunale. L'ultimo atto è di oggi pomeriggio. 
A dispetto delle disposizioni del presidente del tribunale, con la sospensione delle udienze fino al 31 luglio, il giudice di pace conferma di voler riprendere l'attività in aula a partire da lunedì prossimo, 18 maggio, considerando superata l'emergenza sanitaria da coronavirus. E pazienza per le cautele, la prudenza, le disposizioni regionali e governative sul conteminento della pandemia. 

Russo non aveva fatto però i conti con la ferma presa di posizione della presidente facente funzione del tribunale di Taranto (in attesa dell'insediamento di Rosa Anna De Palo) Anna de Simone che ieri ha emesso un decreto, il numero 38, con il quale diffida «il predetto giudice dall'adottare provvedimenti organizzativi dell'attività giurisdizionale di sua competenza, in violazione delle disposizioni adottate da questa Presidenza con decreto 36/2020 tanto per il settore civile quanto per quello penale». E quindi anche per il giudice di pace Nicola Russo, al quale la dottoressa de Simone ha disposto che l'atto sia notificato. Il provvedimento è stato trasmesso al presidente della Corte d'Appello di Lecce, al procuratore generale della stessa corte, al procuratore della Repubblica di Taranto e al presidente del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Taranto.

Il giudice Russo - che è anche coordinatore del comitato cittadino "Taranto Futura" - aveva già fatto parlare di sé, il 24 marzo scorso. Quel giorno, infatti, aveva presentato un esposto alla Procura della Repubblica - simile a decine di altri depositati in tutta Italia - circa il fatto che, così è scritto nella denuncia, «detto virus, per le informazioni assunte sul web e tramite mass media, non sia naturale, ma frutto di una operazione chimica assunta in un Laboratorio di una Provincia della Cina ovvero a Wuhan (forse gestito da società internazionali) , unica struttura in Cina dove vengono studiati gli agenti patogeni più pericolosi del mondo, a fronte del virus stesso fatto uscire colposamente all’esterno, tanto da propagarsi in tutte le parti del Mondo e, quindi, anche in Italia e nella Provincia di Taranto, con le citate conseguenze».
© RIPRODUZIONE RISERVATA