E a Taranto il gemellaggio sull'asse Whirpool-ex Ilva nel nome di lavoro e salute

E a Taranto il gemellaggio sull'asse Whirpool-ex Ilva nel nome di lavoro e salute
di Nicola SAMMALI
2 Minuti di Lettura
Giovedì 20 Febbraio 2020, 20:14
Sul molo della città vecchia di Taranto le Sardine si sono messe in rete, intrecciate ai pescatori, agli operai, ai giovani dell'isola. Insieme a Mattia Santori hanno raccolto il simbolo di questo legame col territorio, la rezza per la pesca, che non poteva non arrivare dal mare. A portarla a terra dalla sua imbarcazione è stato un pescatore del Mar Piccolo. Accanto a lui, ieri mattina, c'erano anche alcuni lavoratori della Whirpool di Napoli e dell'ex Ilva: indossavano le t-shirt Whirpool Napoli non molla e Ambiente salute e lavoro Rispetto per Taranto, magliette poi scambiate per suggellare il reciproco sostegno, in un momento di «straziante incertezza».
Nelle maglie strette della rete, le Sardine a Taranto hanno parlato soprattutto di «capitale umano», di «talento», di «diritti», provando a connettere quei territori segnati dalle emergenze non ancora risolte. Non solo a Taranto, e non solo in Puglia. «Vale anche per altre regioni e altre città - ha commentato Santori. C'è frustrazione per quello che è un futuro incerto: questa rete accoglie i talenti che in questo paese, da nord a sud, fanno fatica ad emergere. Non siamo venuti qui per parlare di politiche nazionali». Ma una proposta delle Sardine Tarantine c'è, come ha spiegato una di loro al microfono sulla banchina della Discesa Vasto. «Se parliamo di Cantiere Taranto - ha detto -, quello che è sul tavolo di governo, allora vogliamo Taranto cantiere di ricerca per l'Italia e l'Europa verso il Green New Deal. Abbiamo scelto di essere qui in città vecchia perché è il nostro luogo identitario, il cuore pulsante, e non può più aspettare le congiunture elettorali del governo». La «valorizzazione dei talenti», citata da Santori, è il tema centrale della tappa di Taranto della staffetta partita da Vicenza.
Francesco, un ragazzo di città vecchia cresciuto «in mezzo a mare tra pescatori e capase di acciughe salate», ha consegnato a Santori la «scatola dei talenti», un testimone ideale di questa staffetta, che al suo interno conteneva un messaggio letto davanti a un centinaio di simpatizzanti. «Siamo i ragazzi di Taranto Vecchia quelli di cui si parla sempre poco, schiacciati tra la narrazione degli operai dell'Ilva e quella della fuga di cervelli. Siamo qui a rivendicare - c'è scritto in un altro passaggio - l'orgoglio delle nostre radici, a denunciare la fatica di restare e il dolore grande di essere costretti a partire. Mettiamo allora nella rete i nostri talenti - si chiude la lettera - con l'aspirazione forte a essere protagonisti e non comparse del nostro futuro». Sotto un sole primaverile, prima di lasciare Taranto in direzione Squinzano, viene srotolato lo striscione con Tina la Sardina gigante, ultimo atto del secondo appuntamento in città dopo quello di dicembre.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA