Ex Ilva, depositato il ricorso contro lo spegnimento dell'altoforno

La direzione del siderurgico
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Martedì 17 Dicembre 2019, 13:16 - Ultimo aggiornamento: 13:19
I legali dell'Ilva in Amministrazione straordinaria hanno depositato nella cancelleria del tribunale del Riesame di Taranto il ricorso contro la decisione del giudice Francesco Maccagnano di respingere l'istanza di proroga della facoltà d'uso dell'Altoforno 2 dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto. Ora si aspetta la data dell'udienza che probabilmente sarà fissata per il 30 dicembre, secondo il calendario delle discussioni dei ricorsi già fissato dal Tribunale.   La data successiva per la possibile fissazione del'udienza è quella del 7 gennaio, ma troppo ravvicinata all'ultima fase delle operazioni dello spegnimento dell'impianto, già avviate su disposizione del giudice Maccagnano. L'Afo2 fu sequestrato dopo l'incidente del giugno 2015 che costò la vita all'operaio Alessandro Morricella.

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 distanza di quattro anni e mezzo, non è ancora stata rispettata la prescrizione più importante, quella dell'automazione del campo di colata. In mancanza di accoglimento del ricorso da parte del Riesame, secondo il cronoprogramma predisposto dal custode giudiziario dell'area a caldo, «le modifiche impiantistiche che saranno implementate dall'8 gennaio in poi non consentiranno la successiva ripresa del normale esercizio dell'Afo2». Il 18 gennaio, invece, quando sarà completata la fase di abbassamento carica dell'Altoforno, inizierebbe il «colaggio della salamandra», consistente nella foratura del crogiolo e nel colaggio degli ultimi fusi, intervento che durerebbe un paio di giorni. A quel punto l'impianto non potrebbe essere più utilizzato se non dopo procedure che durerebbero almeno 6-7 mesi. Per ragioni di sicurezza e per garantire un regime termico adeguato, l'altoforno dovrà mantenere un livello minimo produttivo di 4.800 tonnellate al giorno fino all'ultima fase dello spegnimento.
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