«Il dissalatore produrrà più emissioni a Taranto», i dubbi di Legambiente sul progetto dell'Acquedotto Pugliese

Il fiume Tara, in cui sorgerà il dissalatore
Il fiume Tara, in cui sorgerà il dissalatore
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Giovedì 8 Giugno 2023, 13:27

Per ora è soltanto un progetto, ma il dissalatore di Taranto dell'Acquedotto Pugliese sta scatenando già le prime scintille. «Il progetto di costruire un dissalatore presso le sorgenti del fiume Tara dovrebbe, nelle intenzioni di chi lo propone, contribuire ad affrontare i problemi derivanti dalla riduzione della quantità d'acqua presente negli invasi che alimentano il sistema idrico pugliese - ha affermato in una nota Legambiente Taranto - Paradossalmente costituirebbe una causa non piccola di aggravamento delle emissioni di Co2 e, quindi, del surriscaldamento globale del pianeta». 

Per Legambiente Taranto una questione ambientale

Per il più grande dissalatore ad osmosi inversa italiano sorge la questione ambientale, in una città come Taranto che da anni è in balia di morti da inquinamento. «Per produrre un massimo di 630 litri di acqua potabile al secondo sarebbero necessari, all'anno, ben 25.380.961 kwh - hanno detto ancora nello nota - Se consideriamo un consumo medio di circa 2.700 kwh annui per una famiglia costituita da 3-4 persone, il dissalatore consumerebbe perciò quanto 9.400 famiglie, circa 33.000 persone, qualcosa in più degli abitanti del comune di Massafra». 

Il fabbisogno energetico

Per Legambiente Taranto per il fabbisogno energetico non basterà la costruzione di un impianto fotovoltaico. «Considerato che  l'impianto fotovoltaico eviterebbe l'emissione di 314 tonnellate di Co2, ne consegue che, proporzionalmente, il dissalatore sarebbe responsabile della produzione di circa 7.600 tonnellate di anidride carbonica», hanno detto ancora.

Ultima ma non ultima, anche la questione della pericolosità per la biodiversità del fiume. 

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