Detenuto tarantino "dimenticato" in corsia, la denuncia del sindacato della Polizia Penitenziaria

Il carcere di Taranto
Il carcere di Taranto
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Venerdì 31 Dicembre 2021, 15:27 - Ultimo aggiornamento: 15:28

Un "detenuto" del carcere di Taranto sarebbe stato "dimenticato" in ospedale da oltre un mese. E questo starebbe creando costi elevati oltre a problemi organizzativi per il corpo della Polizia Penitenziaria costretta a fare i conti con un prolungato servizio di piantonamento nell'ospedale Santissima Annunziata. La denuncia è stata presentata da Federico Pilagatti, segretario del Sappe, il sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria. Il detenuto, si tratta di un uomo di quarant'anni con problemi psichiatrici, sarebbe stato ricoverato nelle scorse settimane dopo un tentativo di suicidio.

La denuncia

"Nonostante il carcere di Taranto sia il più penalizzato della nazione, per il sovraffollamento dei detenuti e  per carenza di personale di polizia penitenziaria  - spiega Pilagatti - nessuno si è mai preoccupato seriamente, di ripristinare un pur minimo di vivibilità e sostenibilità. E quando poi i detenuti sono persone particolarmente deboli come quelli con problemi psichiatrici la situazione - continua il segretario del Sappe - diventa fastidiosa, per cui si scarica tutto alla polizia penitenziaria fregandosene delle gravi ripercussioni che tutto ciò comporta a questi lavoratori".

La proposta

Nella sua denuncia Pilagatti racconta di essere stato informato del caso di "un detenuto di origini tarantine di circa 40 anni con problemi psichiatrici, entrato in carcere ad agosto dopo la sospensione dell’affidamento, e con un anno di pena ancora da espiare per reati contro il patrimonio.

L'uomo - racconta il sindacalista - da più di un mese sarebbe ricoverato  presso il reparto psichiatrico del locale ospedale  dopo aver tentato il suicidio in carcere, quasi “dimenticato” da tutti e tuttto nonostante tale ricovero costi alle casse dello Stato diverse centinaia di euro al giorno, nonchè gravissime difficoltà alla polizia penitenziaria che, deve organizzare il piantonamento con molti uomini e mezzi. Ci sono tantissime comunità di recupero per persone con problemi psichiatrici - conclude il sindacalista - che potrebbero dare una concreta possibilità di reinserimento a questo detenuto. L’emergenza del momento è la pandemia, però non concedere  ad una persona molto fragile  nemmeno  la possibilità di potersi riprendere il proprio posto nella società è una grande responsabilità.

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