La Squadra Mobile di Taranto ha notificato la misura di ripristino degli arresti domiciliari in un luogo di cura al 62enne pregiudicato Alfonso Greco, già condannato in primo grado a 5 anni e 10 mesi di reclusione con l'accusa di corruzione a un agente di polizia penitenziaria a cui aveva ceduto droga, microtelefoni e sim card nascosti in un vasetto di crema e una confezione di Nesquik, da introdurre nel carcere in cambio di 375 euro.
Il provvedimento cautelare è stato emesso dalla Seconda Sezione Penale del Tribunale di Taranto in accoglimento dell'appello del pubblico ministero contro il provvedimento di concessione degli arresti domiciliari con dispositivo elettronico di controllo.
Alfonso Greco fu arrestato il 29 gennaio dello scorso anno - quando si trovava ai domiciliari - insieme alla guardia penitenziaria Giuseppe Greco. Qualche giorno dopo fu notificata un'ordinanza di custodia cautelare in carcere ad Antonio Greco, figlio di Alfonso, a cui - secondo l'accusa - l'agente avrebbe dovuto consegnare droga e microtelefoni.