Agenti penitenziari, la svolta dopo la protesta: domani l'incontro con il capo delle carceri italiane

Una protesta davanti al carcere di taranto
Una protesta davanti al carcere di taranto
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Mercoledì 4 Maggio 2022, 11:15 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 18:51

Ha avuto un primo, importante risultato la protesta di alcuni agenti penitenziari del carcere di Taranto che, aderendo all'iniziativa di protesta organizzata dal Sappe, questa mattina si sono incatenati davanti al cancello d'ingresso del carcere e hanno bruciato in maniera simbolica copie dei propri tesserini, minacciando le dimissioni di massa o la richiesta di trasferimento in altre regioni se le loro richieste non saranno prese in considerazione. Domani il capo delle carceri italiane, Carlo Renoldi, incontrerà il sindacato Sappe nel carcere di Trani, subito prima della cerimonia per l’intitolazione dell’aula bunker al collega Antonio Lorusso, ucciso dalla mafia. Gli agenti chiedono il passaggio della Polizia penitenziaria dal ministero della Giustizia a quello dell'Interno e poi maggiore sicurezza sul lavoro.

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«Si tratta di un grosso risultato - scrivono dal Sappe a proposito dell'incontro - che ci permetterà di rappresentare le  criticità di una regione che è la più affollata della nazione con il +150% di detenuti; con un organico di polizia penitenziaria calibrato per 2.500 detenuti, a fronte di una popolazione carceraria di 3.800, con la grave mancanza di personale quali educatori, assistenti che dovrebbero aiutare i detenuti a seguire un percorso di reinserimento con attività di socializzazione che nei fatti non esistono».

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Per denunciare il sovraffollamento

I manifestanti nella protesta andata in scena in mattina hanno voluto evidenziare la situazione di criticità legata al sovraffollamento della struttura a fronte di una carenza di organico e richiamare l'attenzione sulle problematiche di sicurezza dopo gli ultimi episodi di aggressione al personale penitenziario. Due giorni fa, in particolare, un agente è stato picchiato da un detenuto siciliano appartenente alla criminalità organizzata, che gli ha sferrato pugni e calci al volto. Il malcapitato rischia di perdere un occhio per le lesioni riportate.

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La maglietta: «Basta aggressioni»

Gli agenti hanno indossato le magliette con la scritta «Basta aggressioni» e «Giù le mani dalla Polizia penitenziaria» e mostrato alcuni cartelli con le proprie rivendicazioni, senza risparmiare critiche al provveditore regionale dell'Amministrazione penitenziaria Giuseppe Martone e al ministro della Giustizia Marta Cartabia. «Gli agenti a Taranto - ha dichiarato Federico Pilagatti della segreteria nazionale del Sappe - non ce la fanno più. I numeri parlano chiaro: l'organico era parametrato per 350 detenuti, ora ce ne sono 700. Si può immaginare in che condizioni gli agenti siano costretti a lavorare. Poi non si può parlare nemmeno di rieducazione perchè ci sono solo 3-4 educatori per l'intera popolazione detenuta».

Sicurezza: agenti feriti dai detenuti

Il sindacalista ha ricordato che «nei giorni scorsi un detenuto si è suicidato e un collega agente è stato gravemente ferito da un detenuto.

La sicurezza ormai è ai livelli minimi. Insistiamo nel chiedere il passaggio della polizia penitenziaria alle dipendenze del Ministero degli Interni. Oggi - ha dichiarato infine Pilagatti - sono state bruciate copie dei tesserini ma se non si prenderanno provvedimenti i colleghi in massa chiederanno di lasciare l'amministrazione penitenziaria».

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