Collegamenti in bus, Taranto perde le corse per Roma

Collegamenti in bus, Taranto perde le corse per Roma
di Nicola SAMMALI
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Mercoledì 15 Novembre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 13:36
 Cambia il panorama della mobilità anche per chi viaggia da e per la Puglia. In particolare è Taranto che dovrà rinunciare a uno dei collegamenti più utilizzati negli anni verso Roma e ritorno. E non è affatto poco considerando le difficoltà quotidiane dei cittadini ionici per muoversi in treno, senza dimenticare la questione sempre aperta dell’aeroporto di Grottaglie. 
Ora a diminuire saranno anche le corse su gomma verso altre città. La Marozzi, infatti, storica azienda leader per il trasporto passeggeri interregionale di lunga percorrenza, che collega in autobus diverse località della Puglia con la capitale ma anche con Siena, Firenze e Pisa in via diretta, ha annunciato un ridimensionamento. Troppo forte la concorrenza di FlixBus, un’azienda giovane che punta sulla mobilità green e «conveniente» e che in pochissimo tempo ha creato la rete di autobus intercity «più estesa d’Europa». E che sta cambiando le abitudini anche a livello locale.
La Marozzi chiude le sue autolinee e Taranto perde, solo per Roma, fino a 4 collegamenti a seconda del giorno di prenotazione. Parliamo comunque di 2 corse super rapide, una alle 8 del mattino e una alle 15.30, che in 6 ore portano all’autostazione Tiburtina. Poi c’è quella delle 14.30 e la notturna delle 22.50 della durata di 8 ore. Siena, Firenze e Pisa sono collegate grazie a una corsa quotidiana in partenza alle 23 al porto Mercantile. 
Il sistema adottato da Flixbus tiene le tariffe molto basse, ma in compenso lo stesso tratto da Taranto a Roma potrebbe durare dalle 6 alle 12 ore se ci sono cambi da effettuare, come si può verificare collegandosi al sito dell’azienda. La scelta dipende dalle tasche, dai servizi e dalla fretta di arrivare, ma è evidente che Flixbus si sta imponendo come competitor principale. Non a caso la concorrenza dell’azienda tedesca ha sottratto clienti e guadagni alla Marozzi che ha comunicato così ai sindacati l’avvio della procedura di licenziamento per 85 dei 92 dipendenti diretti. 
Cessano a causa di una crisi «irreversibile», come l’ha definita Giuseppe Vinella, amministratore delegato di Sita Sud, la società del gruppo che controlla la Marozzi, i collegamenti dalla Puglia verso Roma, Siena, Firenze e Pisa.
 
Le ripercussioni sul territorio saranno anche di natura occupazionale perché, spiega Gaetano Raguseo, segretario generale Filt Cgil Taranto, i licenziamenti riguarderanno «10 operatori di esercizio, quelli che una volta si chiamavano autisti, di Taranto, 4 di Manduria e 7 di Ginosa». Stando a quanto fa sapere la Marozzi, spiega Raguseo, «il fatturato si è notevolmente abbassato per via della liberalizzazione di questi servizi. Da gennaio 2014 la legge ha aperto alla concorrenza, al libero mercato e quindi si sono affacciati altri operatori. Marozzi faceva linee nazionali e due regionali tra Campania e Lazio». 
La Filt Cgil «da tempo - prosegue - dice che c’è bisogno di regole dettate dal Cipe a livello europeo, perché altrimenti diventa concorrenza selvaggia». Questa concorrenza «fa dumping contrattuale sui lavoratori», sostanzialmente un abbassamento delle retribuzioni e delle condizioni di vita e di lavoro. «Bisogna applicare correttamente il contratto nazionale del trasporto pubblico locale, è un elemento - aggiunge - di garanzia». 
Posto che questa vertenza è nazionale, «sicuramente richiederemo, oltre ai tavoli previsti per legge, anche incontri territoriali». Per quanto riguarda il trasporto pubblico, invece, «in virtù del piano regionale dei trasporti, abbiamo chiesto di poter dire la nostra sui cosiddetti Piani di bacino. I servizi vanno rafforzati evitando sovrapposizioni perché sul nostro territorio opera la Ctp, la Sud-Est più i vettori “privati”. Abbiamo chiesto, e aspettiamo ancora risposte dalle istituzioni, che venga collegata l’utenza del bacino ionico con il treno Frecciarossa che parte da Taranto. Non ci sono collegamenti da gomma su rotaia per questo servizio, e voglio sottolineare - conclude Raguseo - l’obsolescenza dei mezzi». 
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