Bracconaggio nella salina, uccise tre anatre protette

Bracconaggio nella salina, uccise tre anatre protette
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Lunedì 15 Gennaio 2018, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 16:29
Tre anatre di specie particolarmente protetta uccise a colpi di fucile da caccia in pieno giorno e al centro di una riserva naturale. 
È accaduto alle 9 del mattino, l’altro ieri, intorno alla salina dei Monaci, a nord di Torre Colimena, in territorio di Manduria. Al centro della “Riserva naturale regionale orientata del litorale tarantino orientale”, c’è la salina, nota per i fenicotteri rosa che la popolano e, più in generale, per la biodiversità e la ricchezza della fauna presente.
Qui, dove normalmente regna il silenzio e dove già il “click” di una macchina fotografica può creare disturbo agli animali che ci vivono, sembra impensabile qualcuno sia giunto armato di fucile, abbia puntato, sparato e ucciso tre volpoche, preziosa razza migratoria di anatra che sverna nelle nostre zone e rientra tra le “specie particolarmente protette”, in quanto considerate ad alto rischio estinzione. 
Eppure così è stato e ad assistere alla scena, allertando immediatamente di conseguenza i carabinieri con una chiamata al 112, è stato un gruppo di esperti ornitologi dell’associazione Or.Me. di Lecce, sul posto per il censimento di uccelli acquatici svernanti, per l’Ispra - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. «È successo tutto nel volgere di cinque minuti - dice Giuseppe La Gioia, biologo ornitologo di Or.Me. Eravamo in quattro sul posto, divisi in due gruppi. Tutti abbiamo udito improvvisamente degli spari e ci siamo guardati intorno per capire cosa stesse succedendo. Due di noi hanno subito potuto notare una volpoca morta al centro del lago, io e il mio collega, invece, dall’altra parte, con il cannocchiale un’auto in lontananza che arrivava ed un uomo che saliva con due anatre - continua La Gioia. Abbiamo chiamato il 112 raccontando ciò che era avvenuto e che avevamo visto. Purtroppo non siamo riusciti ad intercettare il numero di targa, ma solo a capire che si trattasse di una monovolume color blu notte». 
 
Ciò che è avvenuto rappresenta una doppia violazione visto che colui che ha sparato, di cui non si conosce al momento ancora l’identità, non solo ha colpito una specie particolarmente protetta ma lo ha fatto in una riserva naturale regionale in cui è vietato cacciare in modo assoluto.
Per la legge italiana ciò rappresenta un reato non solo amministrativo ma penale, per cui è previsto dunque l’arresto. 
La volpoca è un’anatra tutelata, il cui nome rientra nelle liste rosse dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura. Si caratterizza per il tipico piumaggio bianco, con testa e collo neri-verdi, collare bruno-ruggine e becco e zampe rosse. 
Le volpoche popolano le zone costiere fangose o sabbiose, estuari, paludi o piane interessate dalle maree, ma frequentano anche aree interne che costeggiano saline o laghi salmastri. Nella stagione fredda si riuniscono in stormi molto numerosi, che possono raggiungere alcune migliaia di individui. Lunga tra i 55 e i 65 centimetri, una volpoca ha un’apertura alare che può raggiungere il metro e 20 centimetri. La conformazione è molto simile a quella dell’oca selvatica, da cui però si differenzia marcatamente per i colori. Deve il suo caratteristico nome all’abitudine di occupare le tane delle volpi e dei tassi. La sua carne non è commestibile, per questo si ipotizza l’obiettivo possa essere l’imbalsamazione. In questo caso potrebbe aggiungersi anche il reato di ricettazione di animali protetti.
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