Anziano strangolato in casa dopo la lite per 50 euro
Confessa il giovane vicino

Il luogo in cui è stato trovato il cadavere
Il luogo in cui è stato trovato il cadavere
di Mario DILIBERTO
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Domenica 11 Marzo 2018, 16:38 - Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 12:11
TARANTO - Una lite tra vicini per cinquanta euro contesi. E il raptus omicida. Con un ragazzo di ventisette anni che stringe le mani al collo di un uomo di 83. Sino a soffocarlo e lasciarlo cadavere sul pavimento della sua casa. Poi la scelta di raccontare tutto ai carabinieri. Così è stato possibile ricostruire il delitto che ha funestato la domenica tarantina, scandita dal secondo omicidio in terra jonica dall’inizio dell’anno.
Si è consumata in pochi secondi la tragedia che è costata la vita al tarantino Mario D’Amato, artigiano in pensione con alle spalle un’esistenza di duro lavoro. Un suo vicino, C.C. tarantino di 27 anni, ieri pomeriggio si è presentato nella caserma dei carabinieri. E ha ammesso il delitto.
La vita del pensionato è giunta al capolinea sabato sera, nella sua piccola abitazione al quarto piano di via Diego Peluso, ad un passo dall’incrocio con via Dante. Poco dopo aver aperto la porta al ventisettenne che lo ha ucciso al culmine di una baruffa. In quella casa, infatti, l’anziano sabato sera ha discusso con il giovane.
Pomo della discordia cinquanta euro. Da comprendere se l’anziano ne abbia preteso la restituzione, o se, come ha sostenuto dinanzi al pm, il 27enne li avesse prestati al vicino. Su quella piccola somma di denaro, di certo, si è scatenata la lite. Sino a quelle mani strette intorno al collo a strozzare il malcapitato tarantino.
D’Amato da anni viveva da solo e aveva un buon rapporto con tutti i vicini. Volti che erano diventati quasi di famiglia. Punti di riferimento ai quali si sarebbe anche saltuariamente appoggiato, chiedendo qualche cortesia quando non aveva voglia forza di scendere e soprattutto di scalare i quattro piani del palazzo che si allunga verso l’alto, in quella traversa stretta che taglia via Dante. Ecco quindi che in quel rapporto di cortesia i vicini spesso aiutavano il nonnino, portandogli la spesa. Una convivenza che ha spianato la strada alla confidenza e quindi anche alle reciproche richieste. Con l’anziano che si rivolgeva ai suoi vicini per commissioni e soprattutto l’acquisto di quello che gli serviva.
Un’amicizia con più persone lungo la quale, nel caso del 27enne, si sarebbe innescato anche il corto circuito mortale su quei maledetti cinquanta euro contesi. Qualcosa che ha frantumato il fragile equilibrio tra conoscenti proprio sabato sera.
È stato lo stesso giovane a raccontarlo agli investigatori nel suo lungo interrogatorio. Messo a verbale dopo l’ingresso in caserma per spiegare la tragedia.
Dopo la lite e l’omicidio di sabato sera, infatti, lui avrebbe istintivamente cercato una via di salvezza, senza sapere neanche bene quale. Ha lasciato il cadavere dell’anziano sul pavimento ed è fuggito dalla scena del delitto, richiudendosi alle spalle la porta del piccolo appartamento. È tornato a casa e, poco alla volta, si è confidato con i familiari. Una parola dopo l’altra, con fatica e rimorso, ha spiegato il diverbio e il delitto.
Piano piano si è convinto che l’unica cosa da fare era quella di rivolgersi alle forze dell’ordine. Ieri, poco dopo pranzo, è entrato nella caserma dei carabinieri.
I militari hanno chiesto l’intervento dei vigili del fuoco e si sono precipitati in via Diego Peluso. I pompieri hanno buttato già l’ingresso a colpi d’ascia. Nel soggiorno è stato rinvenuto il corpo dell’anziano privo di vita. Silenzioso responso di un delitto assurdo.
I cui dettagli sono stati raccontati per ore dal responsabile nel lungo confronto con il pubblico ministero Giovanna Cannarile nella caserma del comando provinciale dei carabinieri.
Il giovane tarantino ha confessato il delitto e ha spiegato passo dopo passo, il tragico sabato sera sino alla decisione di consegnarsi ai carabinieri. Un interrogatorio interminabile, che si è protratto sino alla notte. Un passaggio obbligato che inevitabilmente è destinato a concludersi con il fermo. Per lui potrebbe configurarsi la contestazione di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Ma in questo senso il quadro sarà più definito nella giornata di oggi.
 
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