Baldassari: «Liviano e Capriulo volevano il posto di vicesindaco»

Baldassari: «Liviano e Capriulo volevano il posto di vicesindaco»
di Michele MONTEMURRO
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Sabato 17 Giugno 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 13:49
«Se domani fai la conferenza stampa con vicesindaco Capriulo siamo con te. Cosa ha dato il Pd a Dante Capriulo e Gianni Liviano?». Stefania Baldassari va all’attacco della coalizione che sostiene Rinaldo Melucci, al quale rivolge una domanda nel corso della conferenza stampa indetta per replicare ad alcune considerazioni del suo avversario, rese note e poi smentite dallo stesso Capriulo che a sua volta in una nota stampa si riserva di querelare il direttore della Casa circondariale in aspettativa. 
La Baldassari fa riferimento a un episodio che si sarebbe verificato prima di delineare le coalizioni per il voto, durante il quale Liviano e Capriulo le avrebbero chiesto la poltrona di numero due di Palazzo di Città.
Il clima politico è rovente, non solo per le alte temperature, e la città non era più abituata a questi toni: forse gli ultimi di questa rilevanza si registrarono durante l’acceso ballottaggio del 1993 tra Cito e Minervini. 
Baldassari è un fiume in piena, voce alta e un solo interlocutore: i cittadini, ma con ammiccamenti per Movimento 5 Stelle e At6 Lega d’azione meridionale. La direttrice del carcere vuole bypassare i partiti: lo ha fatto prima di realizzare la sua coalizione e lo ha ribadito anche ieri quando dalle colonne di “Quotidiano” ha annunciato che non farà apparentamenti ufficiali con nessuno, di fatto “blindando” gli eventuali 20 seggi assegnati attraverso il premio di maggioranza a quelle liste che l’hanno sostenuta sin dal principio.
Baldassari poi sposta la mira sul suo avversario, Melucci: «Parla di volersi confrontare con me sui programmi, ma poi non perde occasione per sfoggiare derisione, scherno, proporre l’immagine caricaturale di me in versione “rock star”. Non è così che si rispetta l’avversario. Non è così che ci si propone alla propria comunità nella veste delicata di candidato sindaco e guida dell’ente civico. Quell’arroganza politica - sottolinea Baldassari - racconta di un candidato sindaco che pensa di poter amministrare da solo, di non aver bisogno dell’opposizione, di non aver bisogno della comunità anche quella che la pensa diversamente da lui, di non aver bisogno addirittura di alcuni esponenti del centrosinistra che in questi giorni avevano richiamato nuovamente all’unità». Secondo la candidata sindaco della coalizione “Insieme per Taranto”, Melucci «dimostra ancora una volta di non poter essere il sindaco di tutti, perché alza muri e gioca a rompere su tutti i fronti, così come quando si è lasciato sfuggire di ipotetici accordi con questo e quell’altro partito. Io non voglio essere così».
 
La conferenza stampa è stata indetta prima dell’ “errata corrige” di Capriulo, poiché il candidato consigliere della lista Per aveva attribuito a Melucci dichiarazione relative a dialoghi con due liste che sostenevano - e continuano a sostenere - Baldassari già dal primo turno: Iniziativa Democratica per la Puglia e Ambiente e Lavoro. Che qualcosa si sia mosso in tal senso, al di là delle smentite, è parzialmente confermato dalle dichiarazioni di Cosimo Calabrese, che tramite una nota stampa dichiara il suo voltafaccia nei confronti della candidata sostenuta al primo turno: «Voterò Rinaldo Melucci ed invito i miei elettori e chiunque si riconosce nel mio ideale politico e sociale a fare altrettanto». Calabrese giustifica così il suo trasformismo: «Mi sono ritrovato danneggiato e sabotato - scrive - dalla scorrettezza di chi doveva principalmente rappresentarmi e da compagni di lista e di viaggio che con sotterfugi e accordi, non hanno saputo anteporre il bene comune ma hanno mirato esclusivamente alla corsa ai voti». Baldassari perde così 220 voti. Per trenta voti Calabrese è stato superato dall’avvocato Guglielmo De Feis, che in caso di vittoria della Baldassari scatterebbe in Consiglio comunale. C’è da credere, quindi, che in caso di vittoria, difficilmente De Feis andrebbe eventualmente a fare l’assessore perché farebbe scattare in Consiglio il primo dei non eletti: Calabrese appunto, passato sull’altra sponda politica.
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