Mano amputata a una bimba dopo l'incidente, a giudizio un 23enne. Il pm: «Andava a oltre 230 orari»

Mano amputata a una bimba dopo l'incidente, a giudizio un 23enne. Il pm: «Andava a oltre 230 orari»
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Giovedì 18 Ottobre 2018, 14:06
Scontro sulla statale a oltre 230 chilometri orari, la Procura di Taranto ha citato in giudizio un 23enne di Altamura con l’accusa di lesioni personali gravissime. Nell’incidente restarono gravemente feriti i componenti di una famiglia e una bambina di sei anni fu sottoposta all’amputazione di una mano.
L’imputato, scrive l’Ansa, dovrà comparire il prossimo 8 gennaio davanti al tribunale monocratico di Taranto. La famiglia coinvolta nell’incidente è assistita dallo Studio 3A, società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro, a tutela dei diritti dei cittadini. L’incidente avvenne alle 22.30. La Opel Tigra con a bordo la famiglia di origini rumene (il papà 32enne residente da tempo a Ginosa, la moglie e i due figli, un bambino di dieci anni e una figlia di allora cinque anni) viaggiava sulla statale 7 via Appia, da Laterza verso Castellaneta. La Mercedes Classe C intestata al padre dell’imputato, ma in uso al 23enne, giunta a tutta velocità tentò un sorpasso azzardato ma il conducente, accortosi dell’arrivo sulla corsia opposta di una Renault Clio, «rientrò - secondo l’accusa - nella sua corsia di marcia, urtando dapprima lievemente la Clio sulla fiancata sinistra e tamponando violentemente la Opel Tigra», che uscì di strada urtando un muretto a secco e ribaltandosi più volte e finendo in un terreno agricolo. Il conducente, la moglie e il figlio più grande rimediarono numerosi traumi e contusioni non gravi, mentre alla bimba fu amputata la mano. La bambina, che dovrà convivere per tutta la vita con la pesante menomazione e con la necessità di dover portare una protesi, ha «appena iniziato - sottolinea una nota dello Studio 3A - le scuole elementari, non è tuttora riuscita a superare il trauma, è chiusa in se stessa, si sente diversa rispetto ai coetanei ed è seguita da una psicologa».
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