L'intervista/Soloperto: «Tanti rischi negli ambienti chiusi. E il Covid ora non è meno aggressivo»

L'intervista/Soloperto: «Tanti rischi negli ambienti chiusi. E il Covid ora non è meno aggressivo»
di Lucia J. IAIA
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Venerdì 9 Ottobre 2020, 10:21

In prima linea contro il Covid 19, Massimo Soloperto, pneumologo dirigente medico del Moscati, delinea la nuova fase di contagi.
Questa seconda ondata pare fosse prevedibile ma, dal suo punto di vista, che proporzioni potrebbe assumere? Si torna dunque, al punto di partenza?
«Abbiamo sperato che il virus potesse perdere potenza ma, ad oggi, non è così. Assistiamo purtroppo ad implicazioni cliniche importanti perché risulta ancora molto contagioso e pericoloso. Temiamo i livelli d'infezione della passata stagione».
Che tipo di comportamento dovremmo adottare per limitare i rischi?
«Attualmente, risulta fondamentale assumere un atteggiamento responsabile verso noi stessi e verso gli altri. Occorre rispettare il distanziamento, indossare le mascherine, evitare gli assembramenti e i contatti anche in famiglia, come per esempio tra nonni e nipoti. So che emerge un'implicazione emotiva molto forte ma, in questo periodo, non abbiamo altre armi. Sono queste le uniche davvero impattanti».
Come commenta i contagi nelle scuole? Sarebbe utile l'uso di una visiera nei luoghi chiusi?
«Sarebbe utile ed in questo concordo con la proposta del dottor Balzenelli del 118 di Taranto. Quando parliamo di diffusione, dimentichiamo a volte che si può trasmettere anche nella mucosa degli occhi ed attraverso il sistema di lacrimazione può essere portato in gola. La visiere sarebbero da salvaguardia, anche perché è inutile negare che il contesto classe sia abbastanza rischioso. Sono molto perplesso sull'apertura delle scuole, nonostante i grandi sforzi profusi in termini di sicurezza. Il rischio maggiore è che si crei una grande sacca di portatori asintomatici e pericolosi perché in grado di esplicare il contagio sui genitori e soprattutto sui nonni. Non credo che arriveremo a dicembre con le scuole aperte. Le comunità chiuse, in generale, sono un ricettacolo per la diffusione del contagio. Il sovraffollamento dei mezzi pubblici poi, è un problema enorme».
Traspare pessimismo dalle sue parole. È così?
«No, sono realista. I dati parlano chiaro ed è evidente che i contagi stanno aumentando notevolmente negli ultimi giorni. Inoltre, con l'arrivo del freddo sarà anche peggio. Per questa ragione, ribadisco il concetto che occorre essere responsabili. Consiglio in più di scaricare l'app Immuni perché permette di salvaguardarci. Questo è un momento delicato in cui l'uso delle mascherine sarebbe auspicabile anche in casa. Naturalmente, non verrà mai nessuno a multare i trasgressori, ma è una questione di buon senso. È fondamentale la massima collaborazione, altrimenti il rischio è quello di affondare tutti insieme perché questo virus colpisce la collettività. Occorre remare nella stessa direzione».
Dottor Soloperto, è vero che il virus colpisce in maniera meno aggressiva di prima?
«Non mi pare. Sicuramente, è migliorata la nostra capacità di risposta negli ospedali. Con la tecnica di ventilazione dei pazienti, per esempio, difficilmente si ricorre alla terapia intensiva, come invece avveniva nel mese di marzo. Siamo pronti a gestire le insufficienze respiratorie, utilizziamo farmaci che, seppur non risolutivi, controllano la malattia. Quindi, ritengo che il virus non sia meno aggressivo di prima, ma abbiamo solo imparato a difenderci meglio».
In base alla sua esperienza in ospedale, ritiene che tra i giovani sia inferiore il rischio di ammalarsi?
«Assolutamente no. Semplicemente, un corpo giovane reagisce meglio dell'anziano con patologie, ma il virus resta molto pericoloso anche per un soggetto giovane e sano. Di sicuro, si soffre molto in entrambi i casi. Non è un semplice e banale raffreddore. Diamoci una regolata e cerchiamo di capire che la gravità della situazione impone a tutti un comportamento responsabile».
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