Una strada intitolata a Giorgio Almirante? Nemmeno per idea. È scontro a Monteiasi tra amministrazione comunale da una parte, Partito Comunista Italiano e Rifondazione Comunista dall’altra.
Il casus belli è la delibera di giunta che annuncia l’intitolazione di una strada a Giorgio Almirante, il “padre” del Msi.
La protesta
I due gruppi di sinistra tuonano contro il provvedimento: «Basta strade intitolate ai fascisti! Intervenga il prefetto. Mentre all’estero si tenta di chiudere con un passato infame, a Madrid vengono tolte e sostituite targhe dedicate a Franco e ad altri gerarchi franchisti, a Berlino avviene lo stesso per i nomi di personaggi legati al colonialismo africano, in Italia ci sono amministratori che tentano di dare legittimazione a quella stessa infame storia. Addirittura a Monteiasi la Giunta Comunale approva una delibera con la quale decide di intitolare una via a Giorgio Almirante. Durante il fascismo, Almirante fu giornalista di regime, storico caporedattore del “Tevere”, uno dei giornali più razzisti e antisemiti del regime tra la fine degli anni Trenta e i primi anni Quaranta, collaboratore dell’ancora più connotato “La Difesa della Razza”. Negli anni della guerra civile si distinse per la sua attività anti-partigiana e di collaborazione con il nazismo, accusa dalla quale cercò di difendersi – senza successo –nelle aule del tribunale nel corso degli anni 1970. La sua attività politica nel dopoguerra fu connotata nel senso della continuità di discorsi, temi e stile rispetto al fascismo».
Di qui l’iniziativa dei due partiti ideologicamente agli antipodi rispetto ad Almirante: «Non possiamo più assistere inermi al tentativo di capovolgere la storia del nostro Paese. Lo dobbiamo a quegli uomini che hanno combattuto dando la vita per restituire a noi la libertà. Per questo diciamo: stop all’intitolazione di strade ad esponenti politici con idee riconducibili al disciolto partito fascista o a persone che si sono esposte con idee antisemite e razziali. Si ricorda che l’articolo 12 delle disposizioni finali della Costituzione, vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista e che la legge 645/1952 sanziona chi svolge propaganda razzista o esalta esponenti, principi, fatti e metodi propri del partito fascista, denigrando la democrazia e i valori della Resistenza».
Per questo Pci e Prc chiedono che «il prefetto di Taranto intervenga prontamente nei confronti del sindaco e della giunta di Monteiasi impedendo che il processo di intitolazione vada avanti in violazione dei principi costituzionali e di legge.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Utilità Contattaci
Logout