Lo Stato entra in Ilva: 470 milioni sul piatto per affiancare Arcelor Mittal

Lo Stato entra in Ilva: 470 milioni sul piatto per affiancare Arcelor Mittal
di Tiziana FABBIANO
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Domenica 9 Agosto 2020, 09:41 - Ultimo aggiornamento: 14:18

Nel percorso per la riconversione di Taranto dall’economia a trazione siderurgica il Governo farà da traghettatore. Prima il decreto rilancio e poi quello appena varato, il Dl Agosto, infine il consiglio dei ministri: il capoluogo jonico blinda così un forziere di assunzioni e di risorse. E nella cassaforte ci mette anche il lasciapassare per l’ingresso dello Stato nella compagine societaria per la gestione della fabbrica dell’acciaio. Il progetto è quello di cui ormai si parla da tempo: la partecipazione del pubblico, attraverso Invitalia, accanto all’investitore privato. Nel Decreto legge agosto vengono infatti liberate risorse pari a 470 milioni di euro: sono i fondi che Invitalia userà per entrare nella società siderurgica, affiancando ArcelorMittal. È il primo passo, in un cammino ancora da definire. Attualmente è in corso la “due diligence”, termine tecnico per definire un approfondita analisi contabile sullo stato della società alla data attuale - per esaminare il dettaglio della gestione. Non è ancora chiaro se ArcelorMittal sarà nella società e con quale quota azionaria o se il pacchetto di maggioranza sarà appannaggio di Invitalia, quindi dello Stato.

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Invitalia e ArcelorMittal, così come previsto dal precedente accordo di marzo, dovranno procedere all’intesa per il riassetto della società entro novembre prossimo. I 470 milioni che Invitalia impiegherà nell’ex Ilva di Taranto fanno parte dei 900 milioni che furono destinati alla crisi della Banca Popolare di Bari. Per quest’ultima si sono utilizzati i residui 430 milioni di euro. E sempre da Roma il Governo ha sbloccato altri 30 milioni di Ilva in amministrazione straordinaria - la società proprietaria degli impianti dati in gestione ad ArcelorMittal - per gli interventi di carattere sociale a favore dei comuni dell’area di crisi ambientale: Taranto, Massafra, Statte, Crispiano e Montemesola. Con decreto emanato sempre l’altro ieri, il ministro dello sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha approvato il piano di interventi finalizzato a garantire attività di sostegno assistenziale e sociale per le famiglie disagiate delle città del Tarantino. Ad annunciarlo ieri sono stati proprio i commissari precisando che «il piano, redatto dalla struttura commissariale in stretta collaborazione con i sindaci, avrà una durata triennale e prevede molteplici interventi di carattere infrastrutturale e servizi che andranno ad incidere in maniera positiva e strutturale sul substrato socio-economico dei Comuni interessati».

Se a Roma si sbloccano fondi, meno roseo è il quadro produttivo in riva allo Jonio. Il coronavirus ha provocato una crisi di mercato che si è riverberata sulla produzione, rallentando ulteriormente la marcia degli altiforni tarantini. E se i lavoratori diretti dipendenti della multinazionale ArcelorMittal (fino a un massimo di 8.150 persone) ruotano con la cassa integrazione, i dipendenti delle ditte dell’indotto sono ancora più in sofferenza. Le aziende non vengono pagate con puntualità e le fatture scadute si accumulano. Le fibrillazioni si sono così tradotte nella sospensione dall’altro ieri sera delle attività (tranne quelle urgenti) di una delle aziende di pulizia industriale, Alliance Green Service. Anche dello “scoperto” delle imprese dell’appalto siderurgico jonico si occuperà il Governo con il vertice già annnunciato per domani tra ArcelorMittal, Confindustria Taranto, Camera di Commercio Taranto e i sottosegretari Mario Turco (presidenza del Consiglio) e Alessandra Todde (Ministero dello Sviluppo Economico).

Puntellando il siderurgico, intanto, si va avanti nella costruzione e nel radicamento di altri segmenti economici per la città.

E allora il Dl Agosto ha anticipato le 315 assunzioni per l’Arsenale della Marina - che avverranno in un triennio - per garantire una parte di turnover nello stabilimento che si occupa di lavori e manutenzioni sulla flotta della Forza Armata. In una prospettiva sempre più legata alla ricerca ambientale e scientifica, il Governo ha approvato anche lo statuto per il Tecnopolo del Mediterraneo che sarà realizzato a Taranto con il coinvolgimento di ricercatori e Università.

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