Spiagge piene, lidi chiusi a Taranto. Stare aperti non conviene

La spiaggia di San Vito, viale del Tramonto, nella giornata di ieri
La spiaggia di San Vito, viale del Tramonto, nella giornata di ieri
di Nicola SAMMALI
3 Minuti di Lettura
Lunedì 3 Ottobre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:39

L’estate sembra davvero non finire mai. Le temperature vicine ai 30 gradi hanno riportato tantissima gente sulle spiagge di Taranto, per una domenica di sole e mare.

La possibilità

Gli stabilimenti balneari sono ormai chiusi, ma se numerosi bagnanti non rinunciano al tuffo anche in autunno, gli stessi gestori dei lidi non hanno approfittato dell’appendice di ottobre che consente (come da ordinanza della Regione Puglia) di proseguire l’attività, rivolta esclusivamente all’elioterapia, con servizi bar e ristorante. 
Le ragioni di questa scelta sono diverse, e hanno a che fare non soltanto con l’aumento dei costi delle bollette energetiche: più in generale, il tema centrale è il turismo destagionalizzato, il suo sviluppo, la sua programmazione, quindi la capacità del territorio di essere attrattivo e competitivo sul mercato. 

L'analisi


L’analisi di Vincenzo Leo, presidente provinciale della categoria degli operatori ionici aderenti al Sib Confcommercio (Sindacato italiano balneari), sviscera proprio questi aspetti, partendo dai «flussi turistici» e dai «costi di gestione». 
In sostanza, «non posso sperare che qualche turista scelga di venire in spiaggia in questo periodo sporadicamente e se il tempo permette: sarebbe impossibile sostenere i costi, perché il locale, finito agosto, torna a casa». 
Per questo «i Comuni - spiega - dovrebbero incentivare la destagionalizzazione, magari pensando di non far pagare i servizi di raccolta rifiuti per i periodi di bassissima stagione come settembre, ottobre e novembre; trovando forme di compensazione per gli imprenditori che si prendono l’onere di restare aperti in questi mesi, perché c’è il personale da pagare. La destagionalizzazione è un concetto che la politica esprime con molta facilità, ma che è difficile da attuare. Anche le compagnie turistiche, se vogliono sfruttare queste opportunità, devono collaborare: non esiste che debbano dettare le regole. Quando ho partecipato all’incontro per pianificare la stagione 2022, hanno posto delle condizioni: pagano il pieno per il pieno, se non ci sono le prenotazioni non pagano, pretendendo che in quei giorni la spiaggia deve avere un’area riservata ai crocieristi. Devono capire che devono pagare anche nei giorni in cui non viene nessuno: si può trattare, si può fare un prezzo scontato, ma non possono essere liberi di scegliere. E per questo ho declinato. Serve il contributo di tutti, ma la politica non è pronta». 
Perché la destagionalizzazione possa davvero concretizzarsi «è determinante aprire gli asset - prosegue Leo -: se non c’è un aeroporto a disposizione non si può immaginare di fare destagionalizzazione.

Chi parte da Heathrow (Londra, ndc) per arrivare a Brindisi, impiega meno tempo che raggiungere le nostre spiagge da Brindisi. Aprire l’aeroporto di Grottaglie potrebbe significare avere i turisti del Nord Europa. Non ci sono treni, i collegamenti in autobus sono scarsi. Alle parole devono seguire i fatti». 

La carta vincente


Il punto di forza per la destagionalizzazione a Taranto «può essere il turismo esperienziale - suggerisce -, un’offerta turistica che porti alla scoperta dell’enogastronomia, dei vigneti, quindi della vendemmia e della produzione del vino; della raccolta delle olive e quindi della produzione dell’olio. Chi arriva dal Nord Europa potrebbe imparare come si fanno le mozzarelle, i panzerotti, tutte cose che noi diamo per scontate ma che invece farebbero la differenza, perché non c’è soltanto il mare, anche se il 75 per cento del turismo è legato al mare. Dobbiamo quindi strutturarci, creare le basi: servono villaggi turistici, alberghi. Le nostre strutture balneari non sono adatte al periodo autunnale e invernale, perché non sono confortevoli. Rimini e Riccione - conclude - dispongono di alberghi che utilizzano proprio gli stabilimenti balneari: se c’è un problema meteo i turisti si possono spostare all’interno della struttura ricettiva e non si perde nulla». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA