I sindacati dei trasporti scrivono al sindaco di Taranto: «Ok la sostenibilità ma manca la sicurezza»

I sindacati dei trasporti scrivono al sindaco di Taranto: «Ok la sostenibilità ma manca la sicurezza»
I sindacati dei trasporti scrivono al sindaco di Taranto: ​«Ok la sostenibilità ma manca la sicurezza»
di Alessio PIGNATELLI
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Domenica 29 Agosto 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 08:16

“L’ingente e proficuo impegno profuso dall’Amministrazione Comunale in termini di riqualificazione urbana e mobilità sostenibile sta generando, talvolta, in diversi punti o aree della città criticità che ostacolano, dal punto di vista di viabilità e sicurezza, il regolare svolgimento del servizio di trasporto pubblico locale”. Inizia così una lettera dei sindacati dei trasporti indirizzata direttamente al sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, al comandante della Polizia locale Michele Matichecchia e ai dirigenti aziendali dell’Amat.

Il senso è: apprezziamo lo sforzo di una nuova concezione di mobilità ma il rischio è di complicare ancor di più le cose ai mezzi pubblici. E gli esempi citati dai segretari aziendali Enrico Dragone (Filt Cgil), Antonio Schiano (Uiltrasporti) e Orlando Rizzo (Faisa Cisal) sono diversi. “Per quanto riguarda la viabilità stiamo assistendo ad una progressiva riduzione delle corsie preferenziali o restringimenti di carreggiata (scesa Vasto, via Liguria, Viale Virgilio solo per citarne alcune)”.

Per quanto attiene la sicurezza si sottolinea come in svariati punti siano assenti, o occupati, gli stalli riservati alla fermata o manovra dei bus, fino ad arrivare a casi più estremi come: l’eliminazione dello stallo di sosta di via Margherita che costringe gli operatori di esercizio a sostare in aree non delimitate e comunque al limite del codice della strada; l’istituzione della pista ciclabile di via Liguria che costringe gli utenti alla salita/discesa dai mezzi pubblici attraversando la stessa, non essendo presente alcuna isola salvagente; in corrispondenza di moltissime fermate bus è assente la segnaletica orizzontale che delinea l’area di fermata (ad esempio via Leonida, via Berardi).

“Tali circostanze sono ulteriormente aggravate laddove dovesse essere coinvolta utenza a ridotte capacità motorie - scrivono nella missiva - per la quale l’azienda con ordine di servizio 123 del 04/08/2021 obbliga, ma in perfetto stile senza disciplinare, gli operatori all’apertura/chiusura della pedana disabili.

Per concludere, come evidenziato nella nota del 20/01/2021, gli operatori di esercizio sono costretti a subire gli attraversamenti pedonali rialzati”. Le piste ciclabili a ridosso di mezzi pubblici sono quelle che preoccupano di più autisti e sindacati.

«Con la nota inviata alle massime autorità locali e aziendali - commentano Dragone, Schiano e Rizzo - vorremmo sapere su chi ricadrebbero le responsabilità nei casi in cui, si spera mai, qualcuno dovesse essere coinvolto in un incidente derivato dalla salita e discesa degli utenti in prossimità delle piste ciclabili». Come ribadiscono, il senso non è ovviamente quello di guardare al passato. Anzi, ben vengano piste ciclabili dedicate per una città più evoluta e smart. Ma che siano compatibili con i mezzi di trasporto pubblico locale e consentano a tutti di viaggiare nella massima sicurezza. «Chiediamo risposte immediate e risolutive - concludono i sindacalisti - Apprezziamo gli sforzi di costruire una viabilità sostenibile, ma così non si può. Ai lavoratori deve essere consentito di lavorare nel pieno rispetto delle regole e agli utenti di poter circolare in piena sicurezza»

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