Siderurgico, lavori effettuati ma l'azienda non viene pagata. Ecologica: «Vantiamo crediti per 10 milioni»

Siderurgico, lavori effettuati ma l'azienda non viene pagata. Ecologica: «Vantiamo crediti per 10 milioni»
di Domenico PALMIOTTI
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Sabato 5 Novembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:33

Nell’indotto ex Ilva scoppia un ennesimo caso di azienda non pagata per i lavori effettuati nel siderurgico. Alla lunga lista che annoverà big del calibro di Eni, in attesa del saldo di circa 300 milioni per le forniture del gas, si è aggiunta l’Ecologica che, con circa 400 dipendenti, si occupa di logistica agli sporgenti portuali e di pulizie industriali.

I ritardi

Ecologica è in credito di una decina di milioni e vanta uno scaduto fatture di sei mesi. Il dato - apprende Quotidiano - è emerso nell’incontro tra azienda e sindacati per la contrattazione integrativa. Pur essendo in credito verso l’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia, l’Ecologica ha comunque puntualmente assicurato le retribuzioni al proprio personale mentre diverse aziende dell’indotto, anch’esse creditrici del siderurgico, hanno ritardato gli stipendi o corrisposto acconti. “La situazione si va aggravando - commenta Carmelo Sasso, segretario Uil Trasporti - e ci sono anche scaduti più importanti. A maggio c’è stato il caso rilevante di Peyrani Sud, altra azienda di logistica in credito di 10 milioni poi risolto con una transazione. Ci sono imprese che stanno seriamente pensando di lasciare l’appalto prima della scadenza e di non partecipare alla gara per il suo rinnovo”. Nel caso dell’Ecologica l’appalto scadrebbe a marzo. L’esplosiva situazione dell’indotto insieme allo stato complessivo della fabbrica sarà al centro dell’incontro, ieri ufficializzato, che i sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm avranno il 14 novembre, nella sede della Camera di Commercio, con i parlamentari eletti a settembre.

Dopo dieci anni di proclami e fallimenti” la vicenda dell’ex Ilva “non può assolutamente subire ulteriori rinvii su problematiche che riguardano il risanamento ambientale, industriale e la tutela occupazionale del sito di Taranto”. Lo dicono Fim, Fiom e Uilm. Sull’occupazione, le sigle metalmeccaniche affermano che è “tema per noi principale che vede coinvolte tutte le categorie e che, come già accaduto nel recente passato, non può essere oggetto di strumentalizzazioni, tali da incidere sul Governo affinché si esponga da subito con una chiara posizione in merito all’annosa vertenza”. “L’unica certezza - rilevano le sigle metalmeccaniche - risiede nella consapevolezza che continuare a non decidere sul destino dei complessi industriali ex Ilva, provoca pericolosi ritardi sulla messa in sicurezza dello stabilimento aggravando la depressione economica e sociale di tutta la comunità”.

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