Sebastio: «Scendo in campo, adesso sono un uomo libero»

Sebastio: «Scendo in campo, adesso sono un uomo libero»
di Paola CASELLA
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Domenica 2 Aprile 2017, 06:45 - Ultimo aggiornamento: 13:16
Franco Sebastio ha ufficializzato ieri mattina la sua candidatura a sindaco di Taranto con la lista “Mutavento”. 
Al suo fianco l’ex assessore comunale alla Sanità Enzo Baio ed in platea l’ex parlamentare di Rifondazione comunista Ciccio Voccoli, Mario Stante, Antonietta ed Angela Mignogna, che furono tra i primi a prendere le distanze dal sindaco Ippazio Stefàno. Questa mattina saranno resi noti i nomi di altre due liste civiche che lo sostengono. 
«Abbiamo cominciato a lavorare subito sulle idee, abbiamo pensato prima al programma per cercare di dare un contributo per risollevare la situazione di questa nostra bellissima, ma sfortunatissima città. Solo dopo abbiamo ragionato sui nomi e sulle persone» ha detto il procuratore della Repubblica oggi in pensione. 
«Il nostro programma, così come abbiamo specificato nella sua premessa», ha puntualizzato l’ex magistrato «non è un Vangelo Immutabile, ma solo una bozza. Siamo aperti a proposte di modifiche ed integrazioni. Riteniamo, però, che già così com’è affronti tutte le problematiche della città». Il dottor Sebastio ha poi sottolineato che non si tratta del solito libro dei sogni: «Abbiamo indicato, oltre alle idee, anche in che direzione dovremo operare per far sì che queste aspirazioni possano diventare realtà. Abbiamo, infatti, fatto riferimento anche a possibili fonti di finanziamento». 
Il candidato sindaco ha poi chiarito il rapporto con le altre forze politiche: «Nelle nostre liste non vedrete collegamenti con i politici. Certo, se poi ci saranno forze politiche che mostreranno apprezzamento per il nostro progetto di governo questo non potrà che inorgoglirci. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che i partiti sono il sale della democrazia». 
Sebastio ha poi spiegato le motivazioni che lo hanno spinto ad intraprendere la sfida elettorale: «Finché ho svolto l’attività di magistrato il mio lavoro è stata la ragione fondamentale della mia esistenza. Sarei rimasto ancora in servizio, ma poi è arrivata la legge che ha disposto il pensionamento anticipato per moltissimi magistrati ed ho dovuto lasciare. Non ero contento, tanto che ho presentato anche ricorso. Sarei rimasto volentieri, perché volevo continuare il mio lavoro. Ora, però, da un anno e mezzo sono un uomo libero».
 Il magistrato, forse alludendo indirettamente alla candidatura della direttrice del carcere Stefania Baldassari, ha poi detto: «La legge prevede che, non solo un magistrato, ma tutti gli appartenenti a cariche istituzionali di un certo rilievo e prestigio, possano mettersi in aspettative prima della presentazione delle liste per partecipare alla competizione elettorale. È una legge che mi ha sempre lasciato perplesso, tanto che non me ne sono mai avvalso». L’ex magistrato ha ricordato, inoltre, di non essersi occupato solo di ambiente durante la sua lunga carriera professionale: «Nel preparare il mio sito internet mi sono divertito ad elencare le questioni affrontate in quarant’anni e posso dimostrare di non essere affetto dalla sindrome mono maniacale. Ho, per esempio, persino sequestrato le piazze Garibaldi e della Vittoria perché erano finite nelle mani non di singoli parcheggiatori abusivi, ma di vere e proprie organizzazioni. Ho seguito la vicenda della Palazzina Laf, quella dei gas anestetici in ospedale, vicende di usura e tanto altro». Sebastio si è, infine, soffermato sul caso Ilva: «Dobbiamo partire dalla premessa che lo Stato ha stabilito un principio ineluttabile: la produzione di quello stabilimento è fondamentale per l’interesse nazionale, allora di tutto ciò che riguarda vita e la produzione di quello stabilimento mi interesso io. Gli altri sono esautorati. Il Comune, però, può svolgere un’azione di controllo e propositiva perché venga finalmente affrontato e risolto il problema della ecocompatibilità della fabbrica e avviata la bonifica del territorio».
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