Scivolone al Vinitaly: «Ecco il porto di Taranto», ma è Gallipoli: bufera sulla Regione

La foto con l'immagine del porto sbagliato
La foto con l'immagine del porto sbagliato
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Lunedì 8 Aprile 2019, 15:11 - Ultimo aggiornamento: 16:24
Taranto? No, Gallipoli. Una foto come un inciampo, clamoroso, davanti alla platea internazionale del Vinitaly. A compierlo la Regione Puglia, che ha confuso il porto di Taranto con quello di Gallipoli, proiettando le immagini di quest'ultimo quasi fosse quello tarantino.
Lo stand, i vini e un pullulare di rivenditori, imprenditori e turisti per assaggiare il vino pugliese e, perché no, lasciarsi prendere per la gola, programmando magari la prossima vacanza in Puglia. Peccato per quelle foto - che fanno ora il giro del web -: Il pasticcio è fatto e la figuraccia pure. La polemica, infatti, non si è fatta attendere: «Al peggio non c’è mai fine. Avevamo pensato di aver visto di tutto nella vita, ma dover vedere che nel grande pannello pubblicitario allestito nello stand della Puglia al Vinitaly, il porto di Taranto venga scambiato per il porto di Gallipoli, mai e poi mai ci avremmo pensato» ha commentato Gianni Liviano, consigliere regionale di maggioranza.
«Siamo di fronte - rincara la dose Liviano - ad un marchiano errore frutto, con molta probabilità, della superficialità con la quale è stata allestita la campagna promozionale della presenza della Puglia all’edizione 2019 del Vinitaly».
Per Liviano, sul banco degli imputati, ci deve finire Pugliapromozione, l’agenzia regionale che si occupa, per conto della Regione Puglia e dell’assessorato regionale all’Industria turistica e culturale, della campagna pubblicitaria con la quale invogliare i visitatori a visitare la nostra regione.

«Vedere il porto di Taranto scambiato per quello di Gallipoli è una cosa che non si può proprio sopportare tanto più che il danno di immagine non viene causato solo alla città di Taranto ma, anche, a quella di Gallipoli. Per questo motivo - prosegue Liviano - chiedo le immediate dimissioni o il licenziamento di chi, occupandosi della campagna pubblicitaria, è incorso in questo spiacevole errore. Taranto, per le note vicende ambientali che la stanno stritolando, fa fatica già da sè nel rilanciare la sua immagine di città museo a cielo aperto, ricca di numerose attrattive, penso al MarTa, al castello Aragonese, al circuito degli ipogei, al MuDi, al borgo umbertino che tante sorprese architettoniche sa disvelare ai visitatori, ai Riti della Settimana santa, che non ha proprio bisogno di essere scambiata per altre realtà pugliesi. Spero che all’errore venga posto subito rimedio cambiando il soggetto della fotografia e, questa volta, assicurandosi che si tratti davvero di Taranto».

Durissime critiche anche dalle file della minoranza, con il consigliere di Direzione Italia, Renato Perrini. «Questa è l’ultima offesa al nostro territorio da parte di una Regione Puglia che non solo è disattenta nella comunicazione, ma si beffa di un territorio già fortemente provato da vicende industriali e nazionali che danneggiano la sua immagine. Faccio appello a tutti i consiglieri regionali tarantini, specie quelli di maggioranza, perché questa mancanza di rispetto non si trasformi in una grandissima risata: non siamo su Scherzi a Parte, siamo su Regione Puglia e per questo c’è da piangere non da ridere».

A stretto giro la replica di Pugliapromozione a Liviano, che «non perde occasione - scrivono - per attaccare con livore e, ahimè, prendendo fischi per fiaschi, l’agenzia Pugliapromozione. Questa volta attribuisce all’agenzia l’errore che riguarda una foto dello stand del Vinitaly, sebbene l’agenzia non c’entri minimamente con l’allestimento che è stato realizzato direttamente dall’Assessorato all’Agricoltura. Sul profilo del consigliere regionale Gianni Liviano è pubblicato oggi un post che non è che l'ultimo di una campagna denigratoria del tutto gratuita dove arriva addirittura a chiedere le dimissioni dei responsabili dell’Agenzia. Ebbene Pugliapromozione non ha niente a che vedere con l’allestimento al Vinitaly. Ci dispiace per il consigliere Liviano, ma anche questa volta le sue dichiarazioni diffamatorie non hanno colto nel segno».
 
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