Ronda della Lega, rivolta tra i bagnanti

Ronda della Lega, rivolta tra i bagnanti
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Lunedì 27 Agosto 2018, 13:28 - Ultimo aggiornamento: 13:44
«Siamo qui per far capire a tutti che stop invasione non è razzismo, siamo qui perché ce lo hanno chiesto i cittadini». Rossano Sasso, deputato barese della Lega, era stato fin troppo ottimista, visto che alla fine ad essere allontanata dai bagnanti è stata proprio la delegazione regionale del Carroccio, dopo una passeggiata sul lungomare di Castellaneta Marina. Con un gruppo di militanti, una ventina, il parlamentare aveva organizzato un sit-in per testimoniare vicinanza alla ragazza vittima del tentativo di stupro avvenuto nei giorni scorsi nella località balneare ionica e del quale sarebbe responsabile un 31enne originario del Marocco. Ma il flash mob si è presto trasformato in una ronda lungo la spiaggia per stanare commercianti abusivi e irregolari. Accompagnato dal segretario provinciale della Lega, Donatello Borracci, Sasso ha però dovuto fare i conti con la rivolta dei bagnanti: quelli che, evidentemente, non ne avevano invocato l'intervento. «Andate via, questo è un lido privato», «razzisti, fascisti, squadristi», l'accoglienza riservata al passaggio delle bandiere leghiste, presumibilmente in seguito al tentativo di abbozzare un controllo nei confronti di un ambulante. «Quello che faremo erano state le parole di Sasso prima di andare in spiaggia, alla specifica domanda sulla titolarità a effettuare controlli sarà chiamare le forze dell'ordine affinché verifichino le nostre segnalazioni. Chi acquista merce contraffatta favorisce le organizzazioni criminali a danno dell'artigianato e del commercio locale».
Una telefonata che effettivamente c'è stata, ma che non ha sortito effetti, suscitando la reazione stizzita di Sasso che, ore dopo, dal suo profilo Facebook descriverà la sua versione dei fatti. I leghisti, quindi, si erano dati appuntamento a Castellaneta Marina, luogo simbolo in questi giorni insieme con Jesolo, per affermare con forza che «se sei irregolare e cerchi di stuprare una ragazza, meriti misure ancora più restrittive». Una richiesta di maggiori legalità e sicurezza che, tuttavia, dovrebbe essere rivolta proprio al leader della Lega, Matteo Salvini, titolare dell'Interno. «Il ministro non può essere ovunque la difesa di Sasso per questo noi siamo sul territorio a verificare quel che non va, trasmettendogli la necessità di intervenire». Anche perché, ha poi aggiunto Borracci, «ereditiamo i risultati di scarsi controlli che, per esempio, avevano consentito al marocchino di rimanere indisturbato in Italia nonostante fosse stato raggiunto da un decreto di espulsione nel 2016. Come credete abbia sopravvissuto in questi anni? Praticando il malaffare». Solidarietà alla vittima, quindi, e al suo fidanzatino che con una bottigliata in testa avrebbe impedito al presunto stupratore di concludere la violenza. «Ci auguriamo che ora non venga denunciato», la riflessione di Sasso ai carabinieri della stazione di Castellaneta Marina arrivati sul posto, per evitare che la situazione degenerasse.
Il parlamentare barese non prima di lasciare la spiaggia ha espresso solidarietà anche al suo leader, Matteso Salvini, per le vicende giudiziarie nelle quali è coinvolto in seguito alla vicenda della nave Diciotti, con uno striscione inequivocabile: Salvini non mollare. Nessuno sconto, invece, per gli immigrati irregolari: «Questo episodio è la punta dell'iceberg hanno dichiarato insieme Sasso e Borracci , siamo dalla parte dei cittadini che hanno dovuto interrompere le loro vacanze perché turbati dalla notizia dello stupro. A Metaponto, a Marina di Ginosa, la situazione è insostenibile, vogliamo sollevare l'attenzione sulla falsa integrazione».
Ma a margine della manifestazione e delle relative contestazioni, infuria la polemica. Con le ronde delle Lega finite nel miro, come accaduto in occasione di analoghe iniziative organizzate nei giorni scorsi su altri litorali della penisola, sull'onda del blitz anti ambulanti sulla spiaggia di Ostia con tanto di pettorine, di cui si erano resi protagonisti gli attivisti di Casapound.
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