Eni, la raffineria di Taranto produce il carburante sostenibile per gli aerei

La raffineria di Taranto
La raffineria di Taranto
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Sabato 16 Ottobre 2021, 05:00

Parte dalla raffineria di Taranto la rivoluzione del carburante per gli aerei. Eni, ha avviato proprio nello stabilimento jonico la produzione di carburanti sostenibili alternativi per l’aviazione (Sustainable Aviation Fuel o Saf) che rappresentano nel breve-medio termine un modo per contribuire significativamente alla decarbonizzazione del trasporto aereo.

I carburanti sostenibili 

I Saf Eni sono prodotti esclusivamente da scarti e residui, in linea con la decisione strategica di non utilizzare olio di palma dal 2023. Il piano prevede il raddoppio, entro il quadriennio, dell’attuale capacità di bioraffinazione di 1.1 milioni di tonnellate all’anno e il suo incremento fino a 5/6 milioni di tonnellate all’anno entro il 2050. Il cosiddetto biojet rivestirà un ruolo significativo nel mix prodotti, in linea con gli scenari di settore e i trend di mercato, e l’obiettivo è di traguardare una capacità produttiva di almeno 500mila tonnellate all’anno entro il 2030.

Le dichiarazioni

«È un risultato molto importante nel nostro percorso di decarbonizzazione, che prevede - ha spiegato l’amministratore delegato Claudio De Scalzi - tecnologie innovative già disponibili e iniziative industriali concrete, e rispecchia pienamente il nostro approccio pragmatico alla transizione energetica: utilizzare la tecnologia per abbattere le emissioni nei settori che, come il trasporto aereo, più pesano a livello emissivo ma che nello stesso tempo vanno alimentati poiché fondamentali per la crescita e lo sviluppo. Vogliamo affermarci come leader tecnologici nella transizione energetica, anche utilizzando competenze e asset tradizionali, e questo è un nuovo passo in quella direzione, nonché un importante contributo a livello di sistema».
Le prime produzioni di Saf realizzate nella raffineria Eni a Taranto prevedono una quota allo 0,5% di Uco (oli vegetali usati e di frittura), che anticipa la quota del 2% di componente bio.

Si tratta di un primo passo, che conferma il percorso di decarbonizzazione di tutti i prodotti e processi Eni al 2050 e per tutti i settori coinvolti, compresi quelli più sfidanti, quali aviazione, mezzi pesanti e marina.

La raffineria di Taranto

Il Saf della raffineria di Taranto è attualmente prodotto tramite processo di co-feeding, co-alimentando gli impianti convenzionali con quote di Uco pari allo 0,5%. La quota bio presente nel prodotto consente una riduzione tipica rispetto ai feedstock utilizzati di Ghg superiore al 90% rispetto allo standard di riferimento del mix fossile, secondo la Renewable Energy Directive II. Il prodotto, già disponibile nei serbatoi della raffineria di Taranto, sarà commercializzato alle principali compagnie aeree, per prima Ita, anche grazie al supporto di primari operatori del settore quali Aeroporti di Roma.
La crescita della produzione di Saf Eni continuerà con una progressione che vedrà già dai primi mesi del prossimo anno l’avvio di una produzione di oltre 10mila tonnellate all’anno di Saf nella raffineria Eni a Livorno, tramite distillazione di bio-componenti prodotti nelle bioraffinerie Eni a Gela e Porto Marghera (Venezia) grazie alla tecnologia proprietaria Ecofining. 


Le materie prime utilizzate saranno esclusivamente di scarto quali Uco o grassi animali. Tale prodotto, denominato “Eni Biojet” conterrà il 100% di componente biogenica e potrà essere utilizzato in miscela con il jet convenzionale fino al 50%. La crescita continuerà con l’avvio, nel 2024 della produzione di “Eni Biojet” nella bioraffineria di Gela, dove è già in corso di realizzazione un progetto che consentirà l’immissione sul mercato di ulteriori 150 mila tonnellate all’anno di Saf al 100% da materie prime rinnovabili, in grado di soddisfare il potenziale obbligo del mercato italiano per il 2025. 

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